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12 anni schiavo


“Da grande farò l’Avvocato”
“Da grande farò l’Avvocato”

Tutto inizia con Perché studi Giurisprudenza?”.

La prima risposta che molti dei neoiscritti a questa facoltà danno è “Voglio fare l’ Avvocato ”. Ed è lì che sfilze di parenti e amici si accatastano per dire la propria opinione. C’è la nonna che pensando ai tempi andati, dice “Da grande fai l’Avv. e farai tanti soldini”, c’è l’amico, quello al quale vuoi più bene, che ti dice “ma lo sai che ci sono più Avv. a Roma che in tutta la Francia?”


Bene, fatte queste premesse è ora di parlare seriamente.



Cosa vuol dire voler fare l’Avvocato in Italia?


Come tutte le storie dobbiamo partire dall’inizio: la laurea in Giurisprudenza. Dopo 5 anni di Università, l’aspirante Avv. adesso dovrà iniziare un percorso di 18 mesi, che formalmente è chiamato pratica forense, ma nella sostanza (in alcune situazioni) potrebbe integrare il reato di caporalato.


La vita del praticante Avv. si divide tra le lunghe giornate di lavoro (anche di 12 o più ore di lavoro giornaliere) e il costante studio (a sue spese) del diritto, sia per un aggiornamento costante, sia per la preparazione alla fase successiva della sua vita: l’ESAME DI STATO.


L’esame si svolge una volta l’anno e si divide in 3 prove scritte e in un orale.

Le prove vertono su:

  • Diritto civile.

  • Diritto penale.

  • Un atto giudiziario.

  • L’orale, il quale prevedrà un’interrogazione su 5 materie a scelta del candidato.


Vediamo qualche numero


  • 500 – gli € al mese che di media guadagna un praticante (al Sud la media si abbassa, arrivando in alcuni casi a 0; mentre al Nord la media è più alta, anche più di 1.500)

  • 231.295 – il numero degli Avv. in Italia (circa una persona su 256 in Italia è un Avv.).

  • 30 – sono gli anni in cui in Italia, in media, si diventa Avv.

Nonostante questi numeri possano spaventare, rimane il fatto che circa il 65% dei laureati in Giurisprudenza sceglie la strada della pratica forense dopo la laurea. Un dato che ci può far capire come l’Università italiana non sia mai cambiata negli anni e non si sia adeguata ad un mercato ormai saturo e in costante cambiamento. La professione di Avv. è ancora oggi un sogno a cui aspirare, oppure è il momento di cambiare?

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