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Agroforestry: passato o futuro?



Il termine è di uso recente ma la sua applicazione è antica. Stiamo parlando dell'agroforestazione (agroforestry) o agroselvicoltura, sistema di coltivazione che prevede la coesistenza, nella stessa unità di superficie, di specie arboree e / o arbustive con seminativi e / o pascoli.


Tali sistemi coinvolgono la forma più comune di uso del suolo nei paesi della fascia tropicale ed equatoriale. Nei paesi ad agricoltura intensiva come quelli europei, l'agroforesteria rappresentava la norma: ancora oggi, muovendosi lungo la penisola non è insolito imbattersi nei paesaggi che testimoniano questo tipo di attività. Infatti, la presenza delle colture promesse nel nostro paese risale a prima del periodo romano, e la loro lunga persistenza storica conferisce un ruolo fondamentale anche nei progetti di conservazione e valorizzazione. All'inizio del XX secolo si osserva la presenza di circa 13,7 milioni di ettari a seminativo di cui ben il 45% arborato. Purtroppo, i dati non sono seguiti dalla loro evoluzione fino ai giorni nostri per l'accorpamento fatto dall'Istat con le colture legnose specializzate. La loro scomparsa dalle statistiche ufficiali non è valida solo la possibilità di monitorare l'elemento del paesaggio ma in sostanza l'elimina ufficialmente dal paesaggio agricolo. Un deficit più che altro culturale, se si pensa all'importanza della biodiversità connessa a tali ordinamenti ed al loro valore economico indiretto, per l'agriturismo, il quale si basa sull'altro valore aggiunto inclusi da elementi qualitativi del paesaggio, noti dal loro valore produttivo. Tuttavia, intorno agli anni '50 / '60, l'avvento e la diffusione della meccanizzazione, unita alla pratica intensiva e alla monocultura, ha progressivamente ridotto la quota che prima era diffusa all'agroforestazione, in nome di un progresso che deve produrre di più, in meno tempo, con minori costi e con l ' ausilio di prodotti chimici. I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti.



Ma come funziona un sistema agroforestale e quali sono le sue caratteristiche? Come abbiamo già detto è un tipo di coltura integrata, che unisce le tecniche dell'agricoltura tradizionale a quelle della gestione forestale, combinando piante legnose e perenni a colture erbacee e / o ad allevamento di animali, così da creare sistemi di uso del suolo più efficienti, produttivi, sani, diversificati per tipologia e sostenibili. Si possono distinguere varie tipologie di agroforestazione: i sistemi silvoarabili sono quelli in cui si sviluppano specie arboree (da legno, da frutto o altro) e specie erbacee colturali. I sistemi silvopastorali uniscono l'allevamento e l'arboricoltura (da legno o frutto). Vi sono poi i sistemi lineari, in cui le siepi, collocate ai bordi dei campi, svolgere una funzione di tutela per gli agro-ecosistemi e di "difesa" per le superfici agricole. Le cosiddette fasce ripariali sono quelle in cui specie arboree e arbustive si presentano agli argini dei corsi d'acqua, per proteggerli da degrado, erosione ed inquinamento.


L'agroforestazione offre numerosi vantaggi, accumulando carbonio nel suolo più delle colture agrarie, migliorando la qualità dell'acqua che scola verso i corsi d'acqua, creando l'habitat per una ricca fauna selvatica, per non parlare di come modifichino in modo spettacolare il paesaggio . A questi vantaggi si unisce una maggiore stabilizzazione dei suoli, che una cascata porta una mitigazione del cambiamento climatico e dell'adattamento, nonché vantaggi per la biodiversità del territorio. Insomma, una moltitudine di benefici che stanno portando, oggi, alcune aziende a riproporre questo modello sostenibile di produzione e sfruttamento del territorio.

Un ruolo chiave nell'agroforestazione è svolto dagli animali da fattoria. Ad esempio, una soluzione estesa adottata è quella delle oche in vigna o nei frutteti, libere di girovagare alla ricerca dell'erba di cui si nutrono. Le mani che mantengono sani senza danneggiarli, trattati “puliti” dal suolo dalle erbacee infestanti, concimano naturalmente il terreno con le loro deiezioni, si nutrono senza essere mangiati da mangimi chimici e risparmiano al contadino numerosi costi vivi.



Inoltre, gli utenti europei hanno scoperto il modo di gestire la terra sostenibile per gli animali, le colture e gli alberi possono aiutare in modo significativo a ridurre il rischio di incendi nelle aree del Mediterraneo. Necessari gli incendi incontrollati minacciano la vegetazione naturale, la biodiversità, la comunità e le economie e rilasciano grandi quantità di anidride carbonica, contribuendo all'immagine della temperatura globale, trova il modo di controllare è una questione urgente. “È stato riscontrato che l'agricoltura forestale riduce il rischio di incendi incoraggiando l'occupazione rurale e rimuovendo parte della protezione secca a livello del suolo attraverso il pascolo del bestiame. Tenendo conto dell'effetto dei cambiamenti climatici in questa regione, è un ' opzione di gestione del territorio che può ridurre con successo gli incendi, proteggere l’ambiente e migliorare il benessere umano” (Paul Burgess, esperto di ecologia e gestione dell colture).


L'agroforestazione, oggi, sta lentamente trovando nuovi spazi fisici di riconquista rispetto alle devastanti pratiche delle monocolture intensive ed anche delle politiche europee e locali sviluppati usando tutelare e promuovere questa antica attività. Insomma, alla luce dei tanti effetti benefici per uomo ed ambiente riscontrabili in questa tecnica contadina, ritroviamo quello spirito che caratterizzava l'antico rapporto ormai quasi perduto.


È troppo tardi per invertire la rotta verso un sicuro approdo chiamato sostenibilità?



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