Autostrade pubbliche o private?

14 agosto 2018. Ore 11:36. A Genova una sezione lunga 250 metri del ponte Morandi improvvisamente collassava insieme al pilone di sostegno numero 9, provocando 43 vittime tra le persone a bordo dei mezzi che transitavano sul ponte e tra gli operai al lavoro nella sottostante isola ecologica.
Dopo lo shock iniziale, l’opinione pubblica è andata subito alla ricerca del colpevole e in questo caso furono la famiglia Benetton che controllava Atlantia SPA società che deteneva il 100% di Autostrade per l’Italia, concessionaria che gestiva il tratto di autostrada che comprendeva il ponte.
Questo ha riacceso il dibattito su chi sia meglio tra pubblico e privato nella gestione di un bene comune e fondamentale come la rete autostradale.
In Italia lo Stato possiede 6.668 km di strade. Metà le gestisce attraverso l’Anas e altre società pubbliche che non pongono pedaggi sui loro tratti, mentre la restante parte viene assegnata in concessione ad un unico privato Autostrade per l’Italia. Quest’ultima ha la possibilità di chiedere un pedaggio per la sua percorrenza in cambio di investimenti e manutenzione, sotto la verifica periodica da parte dello Stato.
Se guardiamo ai nostri vicini europei, troviamo una varietà di soluzioni usate dai diversi paesi. In Germania, Austria e Regno Unito le autostrade sono prevalentemente gestite dallo Stato in modo diretto o indiretto. In Spagna il pagamento del pedaggio risulta previsto soltanto sul 20% della rete autostradale e su alcune tratte specifiche è possibile applicare tariffe di cogestione.
La Francia è la nazione che si avvicina molto al modello italiano con pedaggi basati sui caselli, ha una rete autostradale di 9.100 km, gestita da 19 concessionari privati. Ma a differenza dell'Italia, dove parte degli atti dei contratti sono secretati, qui tutto è pubblico.
Tornando allo scenario italiano, recentemente Cassa Depositi e Prestiti (CDP), la società finanziaria controllata dal ministero dell’Economia ha raggiunto un accordo con gli azionisti di Atlantia per rilevare l’88% di ASPI per quasi € 8 miliardi. Questo ritorno al controllo pubblico della rete autostradale porterà benefici?