14 febbraio 1929, ore 10:00, Chicago. La temperatura è abbondantemente sottozero, con punte di -15°, e la neve è così spessa che camminare per la città ricorda quasi una scalata in alta montagna. Una Cadillac nera, proveniente da Webster Avenue, percorre la North Clark Street e si dirige verso il numero 2122. Sulla portiera c’è un distintivo della polizia e, legata allo schienale del posto di guida, una rastrelliera per armi da fuoco simili a quelle di solito usate dalla polizia. Nella macchina c’erano cinque uomini: due davanti in divisa da agente e tre uomini sul sedile posteriore in abiti borghesi. Contemporaneamente, a 2234 km di distanza sulle spiagge di Miami, Al Capone detto “Scarface”, dopo una abbondante colazione nel suo hotel in centro, è tranquillo e sorridente davanti all’ingresso dell’ufficio del procuratore, pronto per il suo interrogatorio.
Un San Valentino di sangue in quella notte di Chicago
Al numero 2122 si trovava un magazzino, largo 18 metri e lungo 36, nascosto in mezzo agli alti edifici a 4 piani presenti a fianco. Le finestre erano state saggiamente colorate di vernice nera, rendendo l’interno totalmente invisibile dall’esterno, e all’interno tre camion vuoti parcheggiati attendevano il loro carico. Quel magazzino apparteneva a George “Bugs” Moran, gangster irlandese e capo della North Side Gang ma soprattutto grande e unico rivale di Al Capone e della sua italianissima Chicago Outfit. La sera prima un ignoto rapinatore aveva telefonato a Moran offrendogli un grosso carico di whisky proveniente da Detroit al prezzo di soli 57 dollari a cassa. Bugs aveva accettato e si erano dati appuntamento alla mattina dopo, ore 10:30, in quel magazzino dove lui e altri 7 appartenenti alla banda avrebbero pagato e caricato la roba nei loro camion. L’affare sembrava perfetto e inoltre cadeva a pennello: infatti il giorno di San Valentino è usanza tutta americana quella di scambiarsi bottiglie di whisky con una dedica sopra.
Alle ore 10:29 però né Moran né il carico arrivarono al magazzino, il primo bloccato dalla neve in mezzo al traffico di Chicago e il secondo probabilmente non era mai partito. Al loro posto, un minuto più tardi, si presentò una Cadillac della polizia di Chicago con due agenti a bordo. Bugs che intanto era arrivato davanti al magazzino, pensando a una retata o a una perquisizione, girò velocemente i tacchi e tornò verso il Parkway, mentre i due agenti più tre in borghese entrarono nel magazzino. Nessuno sa esattamente cosa accadde poi nei 5 minuti successivi lì dentro, si sentirono solo una raffica di mitra per un minuto o due e successivamente i due agenti che tornarono fuori con le pistole puntate contro la schiena di due uomini. Salirono tutti e quattro in macchina e ripartirono. Pochi minuti dopo l’inquilino del palazzo di fronte, tal McAllister, insospettito dal continuo latrare del cane che fungeva da guardia del magazzino, andò a controllare cosa fosse successo esattamente. La scena che si trovò davanti era raccapricciante: sei uomini giacevano morti, crivellati di pallottole, ai piedi della parete del muro. Il muro era ricoperto di sangue ovunque ed esso si spargeva ormai per tutto il pavimento: era stata una vera e propria esecuzione militare. L’uomo uscì urlando e andò immediatamente a chiamare la vera polizia: “Venite immediatamente, sono tutti morti”.
Si era sbagliato. Franck Gusenberg, uno dei bracci destri di Moran, respirava ancora. Benché avesse addosso 14 pallottole di mitra. Fu trasportato d’urgenza all’ospedale Alexian Brothers di Chicago e la polizia, quella vera stavolta, provò a interrogarlo al suo capezzale:
“Frank, in nome di Dio, cosa è successo? Chi ti ha sparato?”
“Nessuno mi ha sparato”
“Stai per morire Frank, tuo fratello Pete è morto. Parla, dimmi chi è stato. La legge ti vendicherà”
“Io non sono un poliziotto, non faccio la spia”.
Furono le sue ultime parole. Poco dopo, quando la notizia del massacro giunse a Bugs Moran e lui capì quanto vicino era andato alla morte, disse: “Solo Capone uccide in quel modo”. Ma Capone in tutto questo era sano e salvo, già nella sua camera di albergo a Miami.
Ma quali sono state le cause della strage?
Ma perché avvenne questa carneficina? Quali furono le motivazioni che spinsero Scarface, il più scaltro e pericoloso gangster dell’età del proibizionismo, a rischiare così tanto? Le motivazioni erano sempre e solo due: soldi e potere. Dall’avvento del proibizionismo a Chicago, due grandi gang controllavano oligopolisticamente il mercato clandestino di superalcolici: gli Irlandesi della North Side e i siciliani della Chicago Outfit. La faida tra le due Gang nasce nel 1925, quando l’allora capo della North Side Hymie Weiss, insieme a Bugs Moran e Vincent Drucci, tentò di uccidere l’allora solo luogotenente (nel gergo mafioso si intende colui che gestisce un settore della zona di controllo dell’organizzazione) Al Capone, in un ristorante di Chicago South Side.
Sparando all'auto di Capone, gli uomini ferirono l'autista Sylvester Barton, ma mancarono completamente di Capone. Il secondo assalto alla Chicago Outfit non tardò ad arrivare e avvenne il 24 gennaio, poco dopo l'attentato a Capone. Weiss, Moran e Drucci tesero un'imboscata a Torrio (allora a capo dell’organizzazione) mentre tornava dalla spesa con la moglie. Sia Torrio che il suo autista Robert Barton furono feriti più volte. Mentre Moran stava per uccidere Torrio, la pistola fece cilecca; i membri della banda furono costretti a fuggire dalla scena all'arrivo della polizia. Dopo essere sopravvissuto per un pelo a questo attacco, Torrio decise che voleva andarsene. Dopo aver scontato una pena per contrabbando, Torrio si ritirò in Italia, passando la leadership della Chicago Outfit a Capone. Anche nella North Side ci fu un passaggio di consegne, stavolta meno pacifico: nell’ottobre del 1926 morì Weiss, ucciso dai sicari di Capone e Bugs Moran divenne leader Indiscusso. Nonostante il cambio di leadership, i North Siders erano a al culmine della loro potenza e così Capone decise di chiedere una tregua, in attesa di una futura conferenza di pace per spartirsi Chicago. La definitiva conferenza di pace si tenne poco tempo dopo e venne decisa la divisone in due blocchi della città: “Chicago should be seen as a pie and each gang gets a slice of the pie.".
La pace durò in realtà solo 3 anni e poi fu di nuovo guerra. Moran, avido di potere, iniziò a dirottare regolarmente le spedizioni di birra di Capone e Capone si vendicò bruciando l’arena dove si tenevano le corse di levrieri di proprietà di Bugs. Pochi giorni dopo Bugs ne ricambiò il favore e ordinò l'esecuzione di due leader sindacali che erano potenti alleati e amici personali di Capone. Fu una dichiarazione di guerra. E a questa dichiarazione di guerra, Capone rispose con la strage di San Valentino. Fu la fine di Bugs Moran e della North Side: il primo si ritirò dal crimine organizzato e i secondi non si ripresero mai dal massacro.
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