Autore: #AndreaLucii
Le restrizioni imposte dal Governo italiano al fine di combattere la diffusione del COVID-19 hanno ridotto drasticamente il traffico nelle nostre strade.
A beneficiare di questa situazione è la qualità dell’aria.
I dati che ci giungono alle orecchie in questi giorni sono strabilianti.
Soltanto pochi giorni fa, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), attraverso l’utilizzo di immagini satellitari, ha mostrato come la concentrazione dei livelli di Biossido d’azoto (NO2) nel mese di marzo si sia drasticamente ridotta. Altri studi, effettuati dalla Columbia University, evidenziano come la presenza di monossido di carbonio si sia abbattuta addirittura del 50% come conseguenza diretta della riduzione del traffico cittadino.
Le crisi economiche, seppur fonte di danni incommensurabili per la società, rallentano il ritmo di crescita delle emissioni inquinanti provocate dall’uomo. La crisi del 2008 ne è un perfetto esempio.
Oggi, alcuni economisti, tra cui il professore di risorse ambientali dell’Università di Stanford Marshall Burke, hanno tentato di stimare il numero di vite salvate come conseguenza della riduzione dell’inquinamento atmosferico dei primi mesi di questo 2020.
Bene, secondo il Professor Burke, in soli due mesi la riduzione dell’inquinamento potrebbe aver salvato la vita di 4.000 bambini sotto i 5 anni e di 73.000 over 70 nel solo territorio cinese.
La pandemia che stiamo vivendo sta indubbiamente rivoluzionando il nostro modo di vivere.
Costretti a rimanere a casa per il benessere delle comunità in cui viviamo, i nostri ritmi di vita hanno subito un brusco rallentamento. Assieme a noi si sono fermate le nostre attività produttive e la nostra Economia, tutto a vantaggio del nostro Pianeta Terra.
I momenti bui come questo possono tuttavia rappresentare un momento di svolta per cambiare il nostro stile di vita: possibile che l’emergenza sanitaria in atto possa costituire un occasione imprevista per far respirare meglio noi ed il nostro Pianeta?
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