Autore: #DarioGiovannetti
La deforestazione nella fascia equatoriale è una problematica sempre più attuale: 3,6 milioni di ettari di foresta pluviale distrutta nel solo 2018, una dimensione paragonabile alla grandezza del Belgio. Perché questa tematica è così attuale e pericolosa?
Quando parliamo di questo fenomeno dobbiamo fare un distinguo. Nelle zone temperate la ricolonizzazione della foresta, a seguito di un taglio a raso o di un incendio, è un processo del tutto naturale che può impiegare decine o centinaia di anni. Lo stesso non si può dire per la fascia equatoriale.
La foresta amazzonica è sostenuta da oxisuoli, ovvero suoli che, esposti per migliaia di anni a temperature e umidità elevata, sono arrivati allo stato ultimo della pedogenesi, stadio in cui tutti i minerali che potevano essere alterati lo sono stati. Questo processo fa sì che i soli nutrienti che il suolo può ricevere sono dati dalla decomposizione della sostanza organica rilasciata dall’ecosistema (come ad esempio foglie, frutti e necromassa). La deforestazione irrompe sulla scena interrompendo questo delicatissimo equilibrio naturale.
A seguito della vendita dei tronchi di interesse commerciale, tutti i residui organici vengono bruciati: improvvisamente enormi quantità di CO2 sono immesse in atmosfera e la biodiversità viene sensibilmente impoverita. I nutrienti liberati con l’incenerimento della biomassa danno così un breve impulso di fertilità utile alla coltivazione (per solo qualche anno) del suolo, per poi perdersi a causa del dilavamento.
Il processo non termina certo qui. A seguito dell’intervento umano si innescano fenomeni erosivi che rimuovono grandi volumi di suolo, suolo che a sua volta viene trasportati prima a valle e poi in mare per mezzo dei fiumi. Il suolo perde così tutta la fertilità acquisita nel corso del tempo: la ricolonizzazione della foresta è per sempre danneggiata.
Lo sfruttamento del suolo da parte dell’uomo sembra non avere fine. Pensate, quindi, che continuando ad applicare queste tecniche trasformeremo il nostro polmone verde in un caldo e arido deserto?
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