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Ghosting e Orbiting


Avete presente quando qualcuno con il quale ci si sta frequentando sparisce improvvisamente nel nulla senza dare spiegazioni e dare la possibilità di darne alla controparte, instillando il dubbio che l’abbiano rapito gli alieni o che, magari, sia entrato a far parte dell’FBI?


Quanto sopra, accennato in parole spicciole, è noto agli addetti ai lavori con il nome di ‘Ghosting’, dall’inglese “ghost”, “fantasma”. Il Ghosting è un fenomeno che consiste nello sparire improvvisamente dalla vita dell’altra persona senza offrirle alcun elemento chiarificatore. Ha conosciuto uno sviluppo parallelo a quello dei social network (quali Instagram, Facebook, WhatsApp), ciò perché il contesto internettiano rende piuttosto agevole l’interruzione di un rapporto venendo meno le componenti principali di una comunicazione non verbale come guardarsi negli occhi o vedere le reazioni corporee dell’altro. Basta fermarsi a riflettere sulle modalità di manifestazione per capire in un istante perché sia consustanziale ai social e, più in generale, al loro utilizzo: l’assenza di risposta ai messaggi inviati, ove la spunta blu non lascia dubbi circa l’avvenuta ricezione, a cui non segue nient’altro se non il silenzio, nei casi più gravi si arriva addirittura al blocco dell’altro sui diversi social; questo comportamento costituisce l’equivalente di troncare bruscamente di persona la conversazione con chi si è parlato fino ad un minuto prima, per poi andarsene senza farsi più rivedere. Sfiderei chiunque ad avere abbastanza pelo sullo stomaco al punto tale da mettere in atto questo comportamento vis à vis.


Seppur l’’abbandono" del partner senza lasciare la minima traccia potrebbe sembrarci un male tipico del nostro tempo, e quindi dovuto alla costante presenza dei social nelle nostre giornate, in realtà i sociologi hanno rilevato una più risalente presenza del fenomeno fra i giovani “avventurieri” che, non volendo contrarre matrimoni riparatori con fanciulle compromesse, pensavano bene di tagliare la corda, defilandosi. Nonostante questo, pare che l’eclissarsi senza rispondere al telefono, ai messaggi o alle e-mail si sia intensificato moltissimo negli ultimissimi anni: il sito di incontri americano ‘Plenty of Fish’ fa emergere delle statistiche che parlano di un dato che sfiora l’80%.




Il ghosting si manifesta in relazioni ritenute normali, che possono essere d’amore ma anche di amicizia. La sparizione non può essere liquidata con frettolose spiegazioni del tipo “non gli/le importa nulla di te” o “la verità è che non gli/le piaci abbastanza” che andrebbero solo a ferire ulteriormente chi si sente abbandonato. Al contrario bisogna sottolineare come, spesse volte, il ghosting sia un meccanismo inconsapevole messo in atto da parte di coloro che si sentono inadeguati in una relazione che sta assumendo un significato importante, dal momento che un legame quando cresce poi per forza di cose deve evolversi, e può darsi che costoro non sappiano più come fare a continuare a recitare il ruolo ricoperto fino ad allora. Attenzione però: non si tratta di prese in giro intenzionali ma di comportamenti inconsapevoli.


Chi ‘fugge’ non riesce a fare sul serio, a concretizzare le aspettative che egli stesso ha creato del tipo “faremo grandi cose io e te”, e così, non riuscendo a mantenere le premesse iniziali, trova preferibile sparire nel nulla. I “ghoster” non vogliono assumersi la responsabilità di dare una spiegazione, anche minima, che spiegherebbe cosa è accaduto in loro per suscitare una tale fuga. In fondo è meno faticoso tirarsi indietro rispetto a fronteggiare un’eventuale reazione dell’altro (ad es. un pianto o un’esplosione di rabbia), ragion per cui decidono di smettere di rispondere, “annullando” la relazione come per magia, come se non fosse mai esistita davvero.


Il silenzio diventa quindi un mezzo per allontanare le relazioni, ma allo stesso tempo può essere un modo per attrarle, per esercitare una sorta di costrizione silenziosa sull’altro, che, secondo la visione di alcuni ghoster, dovrebbe sentirsi preoccupato e messo in disparte e per questo potrebbe sbilanciarsi e “rincorrerlo” nella relazione. In questo caso è evidente come la persona che mette in atto il ghosting, non è in realtà quella tranquilla e menefreghista, ma bensì quella che si trova in una posizione di svantaggio e prova con questo comportamento a tranquillizzarsi, cercando di smuovere l’altro verso sé, o cercando di fargli credere di essere quello che è meno vulnerabile all’interno della relazione. Questo meccanismo, una sorta di “hide and seek”, palesa tutte le difficoltà relazionali evidenziate poco fa e sottostanti al fenomeno del ghosting.



Anche l’Orbiting è un fenomeno che esiste da tempo ma che è esploso con l’utilizzo crescente dei social. La prima a darne una definizione è stata Anna Iovine, creatrice del blog ‘Man Repeller’la quale, parlando di un’esperienza personale, l’ha identificato come quel comportamento per cui “un ex ti tiene nella sua orbita” in modo tale da essere “abbastanza vicini per vedervi” ma comunque “abbastanza lontani da non parlarvi mai”. In parole diverse, questi segnali di “finta vicinanza” si identificherebbero in mosse social come mettere like alle foto su Instagram o mantenere il contatto tra gli amici di facebook e così via. Ma chi è l’orbiter? La Iovine individua tre tipologie di persone che potrebbero avere dei vantaggi nel mettere in atto questo tipo di comportamento:

1. Quelli che vogliono esercitare una forma di potere e controllo.Teoria accreditata in primis dal giornalista inglese Philip Ellis che ne parla in questi termini: “si tratta di un modo neanche troppo sottile di far sapere all’altra persona di essere ancora in rapporti amichevoli e che potreste ancora dire ‘ciao’ qualora inevitabilmente vi incontraste al bar, è un po' come restare amico di tuo cugino su Facebook per salvare gli incontri di Natale e Pasqua.” Ad avallare questa teoria è la reporter del ‘DailyBeast’, Taylor Lorentz, aggiungendo che l’Orbiting è una mossa calcolatrice che blocca chi lo subisce in un vero e proprio stallo emotivo, queste le sue parole: “è un modo per i ragazzi di tenerti nel loro “Libro delle donne”. Io blocco chiunque lo fa, non ti do il privilegio di guardare i miei contenuti di qualità e di non scrivermi poi.” 2. Quelli che non hanno idea di cosa stanno facendo. Si tratta di quei soggetti che perlopiù ti ignorano ma che non si perdono una tua storia su Instagram come se fossero ignari del fatto che tu li puoi vedere. Strano ma vero, esiste ancora qualcuno nel 2020 che è ignaro del meccanismo che sottende il funzionamento delle visualizzazioni alle storie di Instagram. Si può osservare, infatti, che “qualcuno può vedere che ho visto la sua storia su Instagram se non siamo amici” produce milioni di risultati su Google. 3. Quelli che non sanno cosa vogliono. Secondo una specialista consultata da Anna, RachelO’Neil, in pratica si tratta di chi dice di non esser pronto ad impegnarsi ma ha paura a tagliare i ponti perché, qualora dovesse cambiare idea un domani, l’altra parte potrebbe non essere più (giustamente) disponibile.


Ad ogni modo, il filo conduttore che lega questi 3 profili sembra essere una sottostante personalità fragile, incapace di sopportare un rifiuto (per esempio il profilo 1) o incapace di capire ed esprimere le proprie necessità (profilo 3). Come dice Adriano Formoso, psicoterapeuta, è necessario osservare anche la storia dell’infanzia del soggetto che mette in atto certi comportamenti. Spesso è possibile trovare delle situazioni traumatiche che gli hanno impedito di costruirsi una propria identità stabile per potersi muovere nelle relazioni nell’età adulta. E questo tipo di comportamento evidenzia proprio tale condizione.



In conclusione possiamo dire che se vi è mai capitato di incontrare un orbiter, come è successo alla Iovine, o se siete mai stati “ghostati” e avete subito questi peculiari comportamenti, è necessario ricordare che molto probabilmente non siete voi le vittime di questi atteggiamenti fastidiosi e incerti. Ma sono loro che, intrappolati in queste modalità infantili e subdole di relazione, saranno sempre incatenati a queste piccole strategie per poter stare in pace con loro stessi. Voi potrete sempre evitarle queste persone, una volta riconosciute e capite queste strategie relazionali dannose, basandovi, per esempio, sul fastidio che vi crea quella spunta blu ad ogni vostro messaggio lasciato senza risposta o su quella sensazione di essere usati ogni volta che qualcuno, un ex o una persona importante, vi contatta per scambiare 4 messaggi e poi vi pianta in asso. Sapere come e perché un ghoster o un orbiter agiscono vi dà la possibilità di poter evitare e soprattutto capire queste persone, cosa che loro non riescono a fare. Ciò vi avvantaggia dandovi il potere di scegliere fra l’accettare questi comportamenti o il rifiutarli.

In questo senso, potremmo dire che le vere vittime sono loro.

E a te è mai capitato? Come ti sei sentito?





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