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I dialetti della Cina



Non appena si sente parlare di “lingua cinese” una miriade di timori inizia a pervadere le nostre menti. In effetti, il complesso sistema di scrittura e di pronuncia potrebbe scoraggiare lo studio di questa meravigliosa lingua, ma se vi dicessi che le difficoltà non finiscono qui?


La lingua cinese in realtà si ramifica in ben 7 dialetti così differenti da poter essere considerate lingue diverse, tanto da non permettere ai parlanti di capirsi tra loro. Tuttavia, non è impossibile imparare gli altri dialetti, ad esempio per uno studente di cinese mandarino; difatti, tutti questi idiomi sono caratterizzati da una logica e regole comuni, trattandosi di lingue del medesimo ceppo linguistico. Il loro studio si potrebbe paragonare a quello di uno studente italiano alle prese con una delle innumerevoli lingue latine, come lo spagnolo o il francese.


Ma tornando a noi, i dialetti parlati in Cina si suddividono in: Mandarino, Cantonese (diffuso a sud e lingua ufficiale di Hong Kong e Macao), lingua Wu (dialetto in uso a Shanghai), lingua Xiang, Gan, dialetti Min (varietà dominanti nella provincia del Fujian e a Taiwan) e infine lingua Hakka (che vanta il primato di essere la più antica di tutta la Cina). Ogni gruppo di lingue contiene un gran numero di dialetti e quello che noi chiamiamo mandarino è in realtà il dialetto di Pechino, identificato dai cinesi con il nome di Putonghua (普通话). Letteralmente significa “lingua comune”, questo perché nel 1932 fu ufficializzata come lingua di stato in quella che allora era la Repubblica di Cina. Da quel momento in poi si è iniziato a farne uso per l’insegnamento nelle scuole fino alla sua comparsa nelle televisioni di tutto il paese.


Si può quindi dire che imparando il mandarino si è in grado di comunicare senza problemi in tutta la Cina ma in realtà ci sono persone, specialmente anziane, che seppur comprendendolo non sono in grado di parlarlo. Tuttavia è proprio il mandarino ad essere insegnato a coloro che desiderano apprendere il cinese. Credete sia lecito riconoscere agli altri dialetti lo status di lingue indipendenti o sarebbe a quel punto troppo complicato comunicare?




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