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IDAHOBIT: liberi di amare, non solo il 17 Maggio


"Due mani che si cercano sono l’essenza di tutto il domani" - Andrè Breton
"Due mani che si cercano sono l’essenza di tutto il domani" - Andrè Breton

Il 17 Maggio 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

Poco più di 20 anni prima, gli omosessuali erano sottoposti a interventi riparativi, le cosiddette conversion therapies, soggetti a droghe o a elettroshock gli individui venivano torturati e privati della loro dignità.


Anche dal punto di vista legislativo, l’omosessualità era vista come una colpa, e con le sodomy laws gli atti omosessuali venivano definiti “crimini contro natura”.

Solo nel 2003, queste leggi furono dichiarate incostituzionali dalla Corte Suprema degli Stati Uniti con la storica sentenza Lawrence vs. Texas.


Nel 1998, John Geddes Lawrence fu arrestato insieme al suo partner Tyron Garner, nel suo appartamento in Texas, quando lo sceriffo li trovò impegnati in rapporti sessuali. I due furono accusati di reato e definiti colpevoli ai sensi della legge anti-sodomia del Texas. Lawrence, allora, decise di presentare ricorso alla Corte Suprema che si dichiarò disponibile ad esaminare il suo caso. Ecco che con la sentenza 539 U.S. 558, 2003, fu stabilito che le leggi che vietavano l'attività omosessuale privata, la sodomia e il sesso orale tra adulti consenzienti erano incostituzionali. Questa decisione della Corte ha, poi, contribuito a porre delle basi solide per il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, riconosciuto in tutto il Paese a seguito della sentenza del 26 Giugno 2015, riguardante il caso Obergefell vs. Hodges.


A quattordici anni di distanza dalla decisione dell’OMS, nel 2004, il 17 Maggio è stata scelta come data per l’istituzione dell’International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia (IDAHOBIT).

Tale giornata fu ideata da Louise-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l'homophobie, da quel giorno la ricorrenza è celebrata ogni anno su volontà delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.


Obiettivo di tale giornata è quello di promuovere il riconoscimento di pari diritti per le comunità LGBT ma soprattutto, la volontà di contrastare tali comportamenti fobici. I movimenti sociali, le campagne di sensibilizzazione e l’istituzione di una giornata internazionale sono solo alcune delle azioni che ognuno di noi può compiere per avviare un processo di cambiamento. Se ciascuno fa udire la propria voce, le richieste non possono rimanere inascoltate e devono essere prese in carico dagli enti governativi.


Il principio di uguaglianza e di non discriminazione costituisce un elemento fondamentale nella protezione dei diritti umani. Esso, è garantito dall’ articolo 14 e dal Protocollo n° 12 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.

Purtroppo però, le azioni omofobiche continuano ad essere all’ordine del giorno in numerosi Stati Membri, rilevando una violazione dei diritti fondamentali delle persone LGBT.


Secondo dei dati del 2020, presentati da Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line e portavoce Gay Center sono oltre 50 le persone che ogni giorno contattano i call center o i centri d’aiuto per raccontare le discriminazioni e le violenze subite. Inoltre, durante l’emergenza di Covid-19 c’è stato un aumento del 40% di abusi e violenze tra gli adolescenti.


Siamo nel ventunesimo secolo e una persona su cinque che ha fatto coming out continua ad avere problemi di accettazione, una su tre ha subito episodi di discriminazione e secondo alcune ricerche, a scuola oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata e il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay. Ma non solo i giovani, anche gli stessi governi continuano a rendere possibile tali atti e trattamenti discriminatori ed esclusivi.


La vergognosa tabella del Ministero

Questa tabella fa parte dell’Anagrafe vaccini delle categorie più soggette a virus pubblicata ad Ottobre 2020, scaricata dal sito governativo dall’Asl 5 di La Spezia.

L’azienda sanitaria ligure ha sottoposto ai cittadini questo vergognoso documento dove all’allegato 3 delle categorie a rischio, ecco comparire con il codice 10 “Soggetto con comportamenti a rischio (tossicodipendente, soggetto dedito alla prostituzione, omosessuale).


Non è importante di chi sia la colpa, o come sia potuto succedere tale errore, ma quello che è inammissibile è che ci sia ancora la benché minima possibilità di ritenere gli omosessuali a-normali o di classificare ancora l’omosessualità come malattia. Alle persone non servono delle scuse ma quello che serve è il non doversi giustificare per il loro orientamento sessuale, hanno il bisogno di sentirsi libere di esprimersi senza essere soggetti agli occhi indiscreti della gente e alle loro smorfie di imbarazzo o disgusto.


Aggressione omofoba a Valle Aurelia

Il 23 Marzo 2021 Christopher Jean Pierre Moreno e Alfredo Zenobio, sono stati aggrediti da un uomo, alla stazione di Valle Aurelia, per essersi scambiati un bacio. L’uomo prima di scagliarsi sui due giovani avrebbe urlato: “Ma non vi vergognate?”. E io, adesso, mi chiedo vergognarsi per cosa? Per essere “diversi”?

“Non è bello svegliarsi la mattina ed avere paura di uscire, baciare o camminare per mano con la propria ragazza perché sai che qualcuno potrebbe insultarti o ancora peggio, commettere atti di violenza contro di te. E la cosa ancora più brutta è che lo fanno tranquillamente, consapevoli che tanto non esiste una legge contro l’omotransfobia e quindi non finiranno seriamente nei guai. Ecco perché è necessario il DDL ZAN, per far sì che tutta la comunità LGBT e non solo si svegli senza aver paura di mostrare il proprio amore”, dice Shada Vitali.

Lo stato d’animo espresso da questa mia amica, il sentimento provato da Jean Pierre e da Alfredo quel 23 Marzo sono solo alcuni degli esempi che si possono fare per mettere in luce come molti giovani e persone di oggi si sentono impauriti, insicuri e spesso incompresi.

È per dare a loro e a tanti altri la libertà e il riconoscimento che meritano che si deve approvare la legge Zan.


“Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” è il suo titolo. Se approvato, questo provvedimento, prevede il carcere per chi commette atti discriminatori sul genere, sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

Inoltre, prevedrebbe l’istituzione il 17 Maggio della giornata nazionale contro l’omofobia, dedicata soprattutto alla sensibilizzazione della cultura del rispetto e dell’inclusione. Dopo l’approvazione alla Camera avvenuta nel novembre 2020, il DDL si è bloccato al Senato dopo che la Lega e le altre forze di centrodestra, hanno definito il provvedimento non prioritario.


“Rivolgo un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi affinché il Parlamento discuta dei problemi reali degli italiani piuttosto che occuparsi di questioni divisive come il DDL Zan […]”

“Il vero obiettivo della proposta di legge Zan sull’omofobia è quello di introdurre un reato di opinione. Reprimere idee e punti di vista diversi che non hanno argomenti per affrontare […]”

Queste le parole pronunciate dalla leader di Fratelli d’Italia e questo il problema che è intrinseco nella nostra società e che mette le radici per una comunitá arretrata e intrisa di pregiudizi.


Purtroppo viviamo in una realtà immersa nelle disuguaglianze e finché saranno i governi i primi a non garantire l’incolumità dei propri cittadini sarà difficile credere in un cambiamento.


Recentemente è successa questa cosa che mi ha toccata personalmente: Malika, una ragazza di 22 anni di Castelfiorentino, è stata cacciata di casa dai genitori, una volta che ha fatto sapere loro della sua omosessualitá. Non possiamo continuare a girarci dall'altra parte, ecco perché dobbiamo costruire una comunità più inclusiva e tollerante, ecco il senso della legge zan, ecco perché sarebbe anche opportuno provvedere a formare un luogo dove le vittime di questo tipo di violenza possano rifugiarsi, creare un posto sicuro in cui sanno che se dovesse succedergli qualsiasi cosa possono trovare riparo e conforto.


E voi volete continuare a navigare nell’indifferenza o contribuire ad un cambiamento?


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