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Il discorso di Mario Draghi


L’Ex presidente della BCE Mario Draghi, lo scorso martedì 18 agosto, è intervenuto all’annuale meeting di dibattito culturale di Rimini organizzato dal movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione. Draghi ha parlato della crisi economica in corso, non perdendo occasione per ricordare concetti economici semplici ma importanti alla comunità politica. In buona sostanza le parole spese da Draghi riflettono “solamente” buonsenso economico, che però hanno un certo peso in un paese come l’Italia.

Draghi sottolinea come non sarebbe stato possibile rispondere a questa crisi se non con nuovo debito pubblico, ma ci ricorda anche che “i sussidi servono a sopravvivere, ai giovani però bisogna dare di più perché i sussidi finiranno” e proprio i giovani dovranno sostenere il peso del debito creato. È vitale quindi che il debito, che a giugno ha registrato un nuovo massimo storico di 2.530 miliardi di euro, vada speso in modo produttivo e in parte orientato verso i giovani. Una cosa del tutto logica che però si scontra con la realtà italiana. Per accorgersi di ciò basta ricordare che l’economia italiana viaggiava intorno ad un misero 0,2% di crescita nel 2019 e che negli ultimi 20 anni abbiamo avuto la crescita reale del PIL più bassa di tutti i principali paesi UE (ad esempio per Francia, Germania e Spagna si parla di valori superiori al 20% contro il 4% italiano). Per quanto riguarda i giovani è sufficiente osservare i dati di spesa in istruzione e pensionistica in rapporto al PIL. Da un lato, il rapporto italiano tra spesa per istruzione e PIL è uno dei più bassi in Europa, dall’altro la spesa pensionistica sul PIL è seconda solo alla Grecia. Insomma, possiamo dire che l’Italia sembra proprio un paese per vecchi.

Alla luce di ciò è chiaro come le parole di Draghi, da alcuni definite banali, assumano una valenza importante e si scontrino con il modo di fare politica del Bel Paese. Le sue raccomandazioni verranno ascoltate o rimarremo ancora sulla strada sbagliata?


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