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Il moto del nostro Universo



Il cielo stellato risulta essere dai tempi più antichi fonte di ispirazione per l’uomo, che ha da sempre cercato di inquadrare, attraverso scienza e religione, questo scenario che tuttora va al di là delle sue possibilità. Come descriviamo oggi l’universo su grande scala?


Da un occhio esterno, il nostro universo risulta essere omogeneo ed isotropo in ogni direzione. Se una affermazione del genere può apparire falsa ad un osservatore terrestre che scruta con un telescopio il firmamento (il cielo non è uniforme a occhio nudo, basti pensare alle diverse costellazioni), una dichiarazione tale può sembrare plausibile ad un osservatore sensibile alla radiazione a microonde. Lo spazio risulta infatti permeato da una radiazione termica perfettamente uniforme, da cui traiamo la quasi totalità delle proprietà

non locali dell’universo.


Se da un lato questa radiazione cosmica di fondo (CMBR) ci ricorda che il nostro pianeta non occupa nessuna posizione di spicco all’interno del creato, dall’altro giustifica alcune semplificazioni effettuate per la descrizione matematica del complesso spazio-temporale: una sola funzione a valori reali, parametrizzata dal tempo, descrive efficacemente l’evoluzione del macrocosmo.


Tale funzione viene detta “fattore di scala” e di fatto descrive il rescaling perpetuato dall’universo con il passare del tempo. Le singole componenti del cosmo tendono infatti, in media, a distanziarsi le une dalle altre come se attratte da estremità di cui non ci è concesso vedere i bordi.

La legge di Hubble, attribuita all’omonimo astrofisico negli anni 30’ del secolo scorso, è una prova di tale affermazione: la velocità’ relativa tra il nostro pianeta e un generico astro aumenta con la distanza di un fattore di circa 60-70 km/s per ogni Megaparsec che ci separa dal corpo celeste in esame (1 Mpc sono circa 3x10^19 km). La stessa visibilità di una stella risente di tale fatto: la radiazione luminosa percepita diminuisce al crescere della distanza.


Saremo in grado di goderci una piacevole notte stellata in un futuro lontano o dovremo abituarci al progressivo spegnimento dei corpi luminosi che ci circondano?




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