Lo scorso 8 dicembre la Commissione Europea ha presentato una serie di misure che le consentiranno di avere un ruolo e di incidere maggiormente in politica estera.
Ai sensi dell’art. 24 TUE, il settore dell’azione esterna è soggetto a norme e procedure specifiche, dominate dal metodo intergovernativo, ossia da un ruolo centrale degli Stati e dei loro rappresentanti in seno al Consiglio dell’Unione e al Consiglio europeo che - deliberando all’unanimità- paralizzano di fatto l’azione esterna dell’Unione.
La nuova “policy weapon” permetterebbe alla Commissione di inserirsi nella politica estera europea lasciando impregiudicate le competenze delle istituzioni previste nei Trattati: nominalmente, infatti, la proposta della Commissione, contenuta in un documento dal titolo “Nuovo strumento anticoercizione”, è una misura che riguarda gli scambi commerciali e non necessita dell’unanimità del Consiglio dell’Unione.
Lo strumento prevede alcuni provvedimenti che la Commissione può prendere in autonomia nel caso in cui ritenga che un Paese estero si stia comportando in maniera scorretta nei confronti dell’Unione o di un singolo Paese: si parla di dazi, divieti di importazione di alcune sostanze, sospensione della cooperazione scientifica e di limitazione all’accesso al mercato unico dei capitali finanziari, oltre a provvedimenti ad personam. Secondo la proposta della Commissione, le sanzioni potrebbero entrare in vigore non appena decise.
L’esigenza è quella di regolare il settore cruciale degli scambi commerciali senza prescindere dall’analisi del contesto geopolitico ed economico.
Ovviamente bisogna considerare alcune variabili, anzitutto interne: bisognerà capire come reagiranno gli Stati membri. La Francia, che assumerà la Presidenza di turno del Consiglio il primo gennaio, si è già detta favorevole. Senza dimenticare le variabili esterne, ossia l’effettiva possibilità che queste misure funzionino da deterrente nei confronti della Cina e di altri player come gli USA e la Russia.
In ogni caso, si tratta del più grande aumento di potere dell’UE in politica estera negli ultimi decenni. E questo è un dato da registrare.
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