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L’insolvenza sovrana



L’insolvenza sovrana è la condizione in cui versa uno stato incapace di onorare regolarmente le proprie obbligazioni.


Vi sono 2 tipi di default: uno “soft” ed uno totale. Nel primo caso viene concordata con i creditori una “ristrutturazione del debito”, ossia una modifica delle condizioni dei prestiti che prevede una dilazione del rimborso o un taglio al valore nominale dei titoli di stato, fissando un tetto massimo al tasso di interesse. In pratica il rimborso del debito sarà parziale.


Il secondo caso è molto più immediato, lo stato dichiara che non pagherà più i debiti contratti. Si attiva un meccanismo che parte dall’alto e si ripercuote sul sistema economico-finanziario-sociale dalle conseguenze devastanti.


Uno stato in difficoltà, dovrà aumentare le entrate e ridurre le uscite. In particolare, agirà tagliando la spesa pubblica (retribuzioni, pensioni, sanità, istruzione…) minando la qualità dei servizi offerti e aumenterà/introdurrà nuove imposte e tasse, danneggiando famiglie ed imprese, che diminuiranno rispettivamente consumi ed investimenti/occupazione.


Il default colpirà inoltre direttamente coloro che hanno investito in titoli di stato: risparmiatori, che vedranno così svanire i propri capitali e banche, nazionali e non, che hanno in pancia ingenti quantità di questi titoli, estendendo così il disastro anche al settore finanziario di altri paesi. Non solo. La notizia delle rilevanti perdite subite dalle banche ed il concreto rischio che anche queste possano fallire, spingerebbe i loro clienti alla “corsa agli sportelli” per ritirare le somme depositate. Per ovviare a questa situazione, In passato alcuni paesi (la Grecia, ad esempio) hanno addirittura limitato prelievi e transazioni bancarie.


La lista degli stati che in passato hanno dichiarato default (tra cui anche l’insospettabile Germania) è lunga. Nell’elenco non figura però l’Italia, uno dei pochi stati che, almeno fino ad oggi, ha sempre onorato i propri debiti con serietà.

Considerato l’aumento del debito legato all’emergenza Covid-19, riuscirà il nostro paese a mantenere questo primato anche in futuro, senza ricorrere ad austerità?




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