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L’ipnosi: tra magia e scienza



Spesso, nel gergo comune, l’ipnosi viene vista come qualcosa legato al soprannaturale, al mistico e al magico, basti pensare a quando veniva utilizzata nei riti religiosi o magici dell’antichità. Nonostante molti cambiamenti ci siano stati, però, questa tecnica continua a portare con sé un’ombra di paura e di pregiudizio.


Lo stato ipnotico è uno stato in cui il corpo e la mente sono in equilibrio, raggiungendo quel profondo benessere che permette all’individuo di scoprire ed elaborare le proprie risorse. La tecnica di induzione viene scelta dallo specialista in base ai bisogni del paziente ed è importante rassicurare quest’ultimo rispetto alle paure e ai pregiudizi che potrebbe avere (la paura di perdere i sensi, di dire cose in contrasto col proprio volere), così da creare un rapporto di fiducia tale da facilitare la libertà di espressione.


Il fondatore dell’ipnosi moderna è Militon H. Erickson, il quale sosteneva che si trattasse di una condizione spontanea durante la quotidianità. Inoltre, egli ha cercato di approfondirla utilizzando tecniche più creative, ovvero staccandosi dalle vie standard di induzione e avvicinandosi a un certo stile comunicativo. Secondo Erickson, il processo ipnotico può essere schematizzato in tre fasi: un primo momento di conoscenza tra i due soggetti, dove si indagano le esperienze e conoscenze del soggetto e si instaura una relazione; la seconda fase, quella della trance ipnotica, nella quale sono valutabili e riconoscibili alcuni indicatori fisiologici come l’immobilità corporea, la chiusura degli occhi, i lineamenti rilassati, il rallentamento della frequenza cardiaca e respiratoria; la terza fase, di valutazione e ratifica, in cui avviene la restituzione e rielaborazione dell’esperienza.

La ricerca scientifica sta sempre più valutando questa tecnica così da comprenderne l’applicabilità e superarne il velo di mistero. La tecnica, infatti, risulta efficace in diversi ambiti: dai disturbi d’ansia, a quelli dell’umore, di dipendenza (fumo, alcool) ma anche per le cure palliative, la terapia del dolore e per lo sport.


Voi che idea avete dell’ipnosi? L’avete mai sperimentata?

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