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La "bile" dei no vax


Fonte: fanpage.it

Da cinque mesi circa lavoro come impiegato amministrativo in un’azienda che opera nella ristorazione, sia come vera e propria mensa aziendale, sia come gestore di punti ristoro in aziende esterne.

La scorsa settimana, vista l’obbligatorietà di green pass per accedere alle mense aziendali, sono stato incaricato di effettuare, con l’apposito scanner, il controllo della certificazione verde presso un’azienda esterna nella quale lavorano dei nostri cuochi.

Ogni giorno, durante le due ore e mezza circa in cui svolgevo questo lavoro, sono stato affiancato, alternandosi tra loro nei giorni, da tre guardie giurate (questo, forse, per far capire il clima disteso del periodo storico), con le quali, durante i momenti morti, ho avuto modo più o meno di chiacchierare; uno, troppo assonnato dai turni di notte appena fatti per le public relations mentre altri due decisamente più attivi e fermamente no vax/complottisti.

Prima di proseguire oltre, devo spezzare una lancia nei confronti di queste due persone; nonostante non abbiano fatto nulla per nascondere le proprie posizioni a dir poco estremiste, hanno svolto il loro lavoro con una professionalità clamorosa; ogni volta che qualcuno, nel cercare il green pass nel telefono, bofonchiava qualcosa sulla macchinosità della procedura, intervenivano loro in difesa della decisione presa dal governo e ribadivano la loro fermezza nel far rispettare questa norma.

Lo dicevano con una tale decisione che, qualche secondo dopo, sentirli parlare di “poteri forti”, “c’è la cura ma non ce lo dicono", e “sono vaccini sperimentali”, mi ha confuso e non poco.

Mentre li udivo lanciare parole al vetriolo verso chiunque passasse di lì ed entrasse nell’argomento, dentro di me mi imponevo di non dire nulla, di non commentare e di fare silenzio il più possibile.



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Tra un “si perfetto, green pass valido, può andare, buon appetito” e l’altro, abbiamo conversato del più e del meno, con grande serenità, in un clima decisamente rilassato.

Ma, come vi ho già detto ero confuso da questa loro doppia personalità, così confuso da colpirmi da solo e lasciarmi così “scappare”, tra i denti, la prossimità della mia seconda dose.

Badate bene, non é che io volessi tenere nascosta la cosa per vergogna, ci mancherebbe, ma semplicemente non avevo ne la voglia ne il tempo materiale per mettermi in una discussione simile con persone così estremiste.


Ma ormai il danno era fatto; appena appreso che io fossi “un altro che si é fatto bucare” (così mi ha descritto), gli occhi del mio interlocutore si sono fatti vitrei, il suo linguaggio del corpo ha iniziato a comunicarmi tutto il suo sdegno e il tono di voce é cresciuto a dismisura.

E, ormai che ero entrato nella gabbia e avevo di fronte a me il John Cena dei complottisti, mi sono detto che tanto valeva provare a combattere.

Ho cercato di instaurare un dialogo cercando di far capire al mio interlocutore quanto poco sapessi di medicina, di scienza e di come, in certi casi, sia giusto ascoltare e seguire le indicazioni di chi ha studiato questa roba per anni e che (magari eh) ne sa più di noi.

Ovviamente questa tattica ha fallito malamente, facendo poco più che il solletico alla sua difesa composta da “ma sono tutti burattini governati dall’alto” e “conosco uno che ha un cognato che lavora insieme ad un infermiere che dice che il covid non esiste”.

Ho capito che non avrei avuto modo di parlare granché, dunque mi sono limitato a rispondere, più o meno, ai deliri che mi proponeva, non risolvendo però la questione.

E così, quando gli ho fatto notare che solo gli USA hanno più di 300 milioni di abitanti e che la sua teoria secondo la quale il COVID non fosse altro che un modo per ridurre la popolazione mondiale a quella cifra non stesse in piedi, l’atmosfera non ha fatto altro che surriscaldarsi ancora di più.

Così, in un climax di tensione che aumentava ogni volta che lui mi diceva una frase tipo “se ascolti sempre la stessa campana, alla fine ti fanno credere che gli asini volano” e io rispondevo facendogli notare come questo discorso valesse più per lui che per me, lo scontro continuava fino a quando, quasi all’apice, non arrivava qualcuno, affamato, con il suo green pass in mano, desideroso di entrare in mensa.

E
Grafico del cosiddetto "Effetto Dunning-Kruger", gentilmente offerto dai poteri forti.

Era quello il punto di rottura, il punto in cui la mia guardia giurata tornava una persona normale.

Bastava cambiare l’attenzione, argomento, il topic della chiacchierata per trasformare il mio interlocutore dal più feroce dei leoni al più docile degli agnellini.

É proprio su questo che mi sono focalizzato. Perché persone apparentemente tranquille, che dialogano amabilmente ed in serenità, trasformano completamente la loro personalità al solo sentir parlare di vaccini?

Come mai io, che mi sono vaccinato, facendo il mio dovere da buon cittadino, devo dovermi “difendere” da questa gentaglia?

Una risposta si può trovare nel cosiddetto “effetto Dunning-Kruger”, ovvero una distorsione del giudizio che queste persone hanno di se stesse, che tendono a sopravvalutare le loro abilità.

Ed é esattamente ciò che capita ai personaggi di cui vi ho appena narrato che, sovrastimando le loro capacità, urlano le loro convinzioni, certi di saper molto di più di ciò che conoscono in realtà ma soprattutto di saperne molto più del loro interlocutore.

Il loro tono sale, l’atteggiamento cambia arrivando quasi allo scontro perché questa gente é convinta di avere la verità in mano e non si rende conto, in realtà, di quanto sia incompetentemente su certi temi.


Non é tanto l’essere, in questo caso, no-vax (per quanto sia grave questa posizione) ma l’atteggiamento e la confusione mentale che queste persone hanno (e ce ne sono a milioni solo in Italia).

La cosa più grave è che questa riflessione mi ha fatto rendere conto del fatto che nella società attuale non esista più un singolo dialogo; non si dialoga più su niente, che si parli di politica, di fede, o semplici proprie convinzioni.

Si tende sempre a mantenere la propria posizione, barricati sulle proprie idee, immobili come se fossimo in trincea, convinti che qualsiasi cosa possa essere “bianca” o “nera”, senza considerare tutte le variazioni possibili di “grigio" in mezzo.

Chi la pensa diversamente va offeso o preso in giro, senza che si possa trovare una via terza, la discussione costruttiva, che ci faccia capire le motivazioni dell’altro e che permetta a noi di esprimere le nostre opinioni.

Ed é quando ho capito che non solo non avrei potuto convincere la mia guardia giurata delle mie idee, ma che non sarei riuscito nemmeno ad esprimere la mia posizione che ho finito le energie nervose e mi sono arresto, triste, stanco e deluso come Toby Flenderson in "The Office".

Io, come Toby, alla terza ora di complotti e deliri vari.

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