Autore #PatriziaRomano
Da oltre 700 milioni di anni creature al quanto bizzarre e dalle sembianze gelatinose popolano i nostri mari, considerate tra le specie più antiche di tutte le terre emerse del nostro pianeta, stiamo parlando delle meduse.
Le meduse appartengono al phylum degli Cnidari, sono organismi pluricellulari planctofagi. Esse sono capaci di muoversi attraverso l’esclusivo moto ondoso del mare, presenti in varie forme e dimensioni. Questi antichissimi organismi marini sono considerati pericolosi dall’uomo a causa della loro capacità pungenti, la cui irritazione non è legata a una specifica puntura, bensì al contatto diretto con le cellule presenti sui loro lunghi tentacoli, quest’ultimi capaci di rilasciare veleno per difendersi in situazioni di pericolo o per uccidere le proprie prede.
Tali organismi marini rivestono un ruolo assai più importante che fluttuare nell’acqua o rilasciare veleno, essi infatti svolgono un vero e proprio ruolo ecologico nei nostri mari. Le meduse sono capaci di filtrare acqua, creando delle masse gelatinose ricche di elementi nutritivi per altri organismi, bilanciando così la catena alimentare di chi ne ottiene nutrimento. Solo recentemente è stato scoperto, in seguito a numerose ricerche, il loro enorme contributo nella riduzione del riscaldamento globale. Tali organismi planctofagi sono, infatti, capaci di incanalare grandi quantità di carbonio, sottraendolo così all’atmosfera la formazione di CO₂.
Negli ultimi anni avvistare una medusa più che una rarità è diventata una certezza. Il suo notevole aumento è legato, ancora una volta, al cambiamento climatico e all’attività antropica. L’acidificazione degli oceani e l’aumento di temperatura favoriscono la capacità riproduttiva e di proliferazione di questi organismi, mentre l’esponenziale aumento della pesca intensiva, sta contribuendo alla drastica riduzione del predatore di questi organismi, come pesci e tartarughe.
Avresti mai pensato che un organismo come la medusa potesse ricoprire un ruolo così importante all’interno del nostro ecosistema? E d’ora in poi, quando ti sporgerai da un pedalò, continuerai a guardarle allo stesso modo?
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