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La disuguaglianza economico-reddituale

Curva di Lorenz per il calcolo del coefficiente di Gini
Curva di Lorenz

Welfare, pari opportunità e uguaglianza sociale sono da sempre tematiche molto calde, spesso molto complesse in quanto strettamente interrelate alla disuguaglianza economica.

I motivi che portano a tali discrepanze possono essere molteplici, ma fino a che livello è tollerabile? Quanto è troppo?

È complicato stabilirlo oggettivamente, ma esiste un interessante indice, noto come coefficiente di Gini, o Gini Index (dal nome dello statistico italiano Corrado Gini), adottato da istituzioni quali ISTAT, EUROSTAT e World Bank, indicante la quota di disuguaglianza, ad esempio sui redditi, presente in un determinato campione, come una nazione.

Il Gini Index assume valori compresi tra 0 e 1, ed in particolare sarà tanto più elevato quanto maggiore risulta l’iniquità della distribuzione dei beni, nel nostro caso i redditi/patrimoni, tra i soggetti coinvolti. L’indice si basa sulla Curva di Lorenz, un grafico incredibilmente intuitivo avente sull’asse X (orizzontale) la percentuale della popolazione considerata (e.g. Italia) e sull’asse Y (verticale) la percentuale del bene in esame (e.g. redditi, patrimonio); la retta a 45° indica una distribuzione perfettamente ugualitaria, mentre l’equidistribuzione è tanto più lontana quanto più la curva si discosta dalla suddetta retta (vedi Figura). Mentre in Italia l’indice si attesta intorno a 0.36, in Francia e Germania meno di 0.32, negli Stati Uniti addirittura oltre 0.41; più virtuosi, invece, paesi come Slovacchia, Slovenia e Ucraina, tutti sotto 0.26.

I Paesi sviluppati, dunque, appaiono maggiormente propensi alla concentrazione della ricchezza (ad esempio Jeff Bezos possiede un patrimonio superiore al PIL del Marocco, e mantenendoci all’interno dei confini nostrani, secondo il Sole24 i primi tre miliardari italiani sono più ricchi di 6 milioni di poveri).

Ancora non sono disponibili dati aggiornati al 2020, ma pare che la pandemia ancora in corso abbia inasprito ulteriormente le disuguaglianze socioeconomiche.

Che sia il momento di occuparsi realmente di instaurare un sistema virtuoso in cui la parità sociale è la diretta conseguenza di una più equa distribuzione delle risorse?




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