Nel 2005 ci lasciava Giovanni Paolo II, al governo del nostro paese c’era il Berlusconi III e l’anno successivo avremmo vinto i mondiali. Accadeva anche che una cinquantunenne Angela Merkel veniva eletta Cancelliera. Dopo 16 anni di governo e 4 legislature, non si ricandiderà alle elezioni federali che avranno luogo quest'anno il 26 settembre. Durante il suo governo ha svolto tra gli altri un importante ruolo di mediazione tra il blocco NATO e la Russia: le relazioni tra Putin e Merkel sono sempre state particolarmente strette, sia a livello di interessi economici (vedasi la volontà dimostrata dalla Cancelliera di terminare prima delle elezioni federali i lavori per il Nord Stream 2, un importante gasdotto che collega direttamente Russia e Germania) sia a livello personale. Nonostante infatti non parli una parola di inglese, Merkel parla perfettamente russo (essendo lei cresciuta nella Germania dell’Est, era quest’ultima la lingua straniera insegnata nelle scuole, non l’inglese), così come Putin è in grado di parlare un tedesco impeccabile.
Riguardo alle elezioni, l’opinione pubblica non si sta concentrando eccessivamente su chi sarà il prossimo Cancelliere o la prossima Cancelliera ma piuttosto quale sarà la coalizione che sosterrà il governo. Ciò che veramente determina la linea politica di un esecutivo, che ne definisce l’identità e ne plasma l’ideologia comune è soprattutto la coalizione dei partiti che porteranno alla sua formazione e non tanto il singolo Cancelliere. Ed ecco che per riassumere le numerose opzioni esistenti l’immaginazione non è mancata nella mente dei tedeschi: Kenya, Jamaica, semaforo! Cosa vogliono dire queste parole? Ogni partito ha un colore di riferimento e le varie bandiere o semafori indicano una ben precisa coalizione.
Riguardo ai partiti, i principali sono sei:
- l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Chrostlich Demokratische Unione Deutschelands, CDU). Partito conservatore di centrodestra. Angela Merkel ne è la principale esponente ed il loro candidato per le elezioni di settembre è il leader stesso del partito: Armin Laschet. In molti dubitano della sua capacità di dimostrarsi all’altezza di chi lo ha preceduto. Molte le gaffe che gli vengono attribuite negli ultimi anni, la più recente delle quali risale a quando è stato colto dai fotografi a ridere durante la sua visita alle zone colpite dalle alluvioni nel mese di luglio. Il colore di riferimento della CDU è il nero.
- il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD). Al momento fa parte della coalizione di maggioranza del governo insieme alla CDU. Partito di centrosinistra, condivide con la CDU un particolare conservatorismo che ha permesso ai due partiti di formare ampie coalizioni negli ultimi anni. Il suo candidato per le elezioni federali è l’attuale vicecancelliere, nonché ministro delle finanze: Olaf Scholz. Il colore della SPD è invece il rosso.
- i Verdi (Die Grünen) sono forse il partito che più di tutti gli altri potrebbe sorprendere a questa tornata elettiva. Dichiarato sostenitore di politiche ambientaliste e progressiste, è un punto di riferimento per i molti giovani che non si sentono rappresentati dal conservatorismo che caratterizza i primi due partiti sopra descritti. La loro candidata si chiama Annalena Baerbock: negli ultimi anni ha permesso al suo partito di guadagnarsi la posizione di secondo partito per consensi, non più solo legato alle, e per certi versi dipendente dalle, tematiche ambientali ma caratterizzato anche da chiare posizioni su Europa e su politica estera (vedi le dichiarazioni della Baerbock riguardo alla sua intenzione di interrompere i lavori di costruzione del Nord Stream II). I recenti disastri alluvionali avvenuti in Germania si sono tradotti in una maggiore sensibilità riguardo alla tematica ambientale da parte dei tedeschi, comportando una più diffusa presa di coscienza dell’importante messaggio di cui i Verdi si fanno promotori. Il loro colore è ovviamente il verde.
- il Partito Liberale Democratico (Frei Demokratische Partei, FDP): il loro programma verte principalmente su programmi di privatizzazione. Il loro candidato si chiama Christian Lindner e il loro colore il giallo.
- Alternativa per la Germania (Alterative für Deutschland, AfD). Questo partito di estrema destra possiede al suo interno una fazione direttamente posta sotto controllo dell’intelligence tedesca per la minaccia che rappresenta nei confronti della Costituzione tedesca, a causa delle sue posizioni (quantomeno associabili a quelle dell’intero partito) estremiste su immigrazione, Islam e omofobia. Potreste incontrare la sigla “fck-afd”, che non dovrebbe aver bisogno di spiegazioni. Il candidato cancelliere non è ancora stato scelto ma è improbabile immaginare che uno qualsiasi degli altri partiti sia disposto a scendere a compromessi con AfD, quando giungerà il momento di formare una coalizione di governo. Il loro colore è l’azzurro.
- La Sinistra (Die Linke) è un partito dalla storia travagliata e che affonda le proprie radici ed il proprio elettorato nell’ex Germania Est (Deutsche Demokratische Republik, DDR). Proprio a causa dei suoi trascorsi con la SPD una sua partecipazione alle coalizioni più ipotizzate è altamente improbabile. Il loro colore è il viola
Ecco che i termini sopra citati come Semaforo, Jamaica o Kenya iniziano ad avere un senso: la coalizione che più di tutti è possibile immaginarsi per la Germania che verrà è la Kenya (🇰🇪), derivante dal nero, il rosso e il verde, i colori della relativa bandiera. La coalizione tra SPD, CDU e i Verdi è accreditata come la più plausibile e godrebbe inoltre di un consenso particolarmente ampio. Una seconda coalizione solitamente ipotizzata è quella giamaicana (🇯🇲) tra CDU, i Verdi e i Liberali, con l’esclusione dell’SPD. Infine, la coalizione forse più improbabile ma comunque praticabile potrebbe essere quella riconducibile ad un semaforo: i rossi della SPD, i gialli dei Liberali e i verdi... dei Verdi. Al momento però è altamente improbabile immaginare un governo in grado di escludere la CDU.
Da un punto di vista europeo non viene riconosciuta una rilevante differenza se il partito di maggioranza si dimostrasse essere quello dei Socialdemocratici (SPD) o dei Cristiano-democratici (CDU). Essi, infatti, condividono entrambi un indiscusso europeismo, rimanendo comunque al contempo rigidi difensori degli attuali interessi e delle sovranità nazionali (diverso il discorso riguardo le elezioni francesi 2022, quando si confronteranno il fronte europeista guidato da Macron e quello euroscettico guidato dalla Le Pen). I Verdi, al contrario, si fanno rappresentanti di quell’elettorato non solo più giovane ed attento a tematiche come il cambiamento climatico ma anche portatore di istanze europeiste progressiste, favorevoli ad un incremento sostanziale dell'autonomia e delle competenze dell’Unione. Un possibile campo di sfida tra i partiti più conservatori e quello guidato da Baerbock potrebbe essere proprio quello del cambiamento climatico: il partito dei Verdi opta per riforme più radicali riguardo alle politiche di neutralità climatica, consapevole al contempo delle importanti ripercussioni che riforme troppo drastiche potrebbero avere sull’industria automobilistica tedesca.
Ciò che di certo possiamo predire è solo la fine di un’era. Raramente un personaggio politico ha riscosso tanto consenso e affetto. Angela Merkel, dopo quattro presidenti USA, 10 governi italiani e 16 anni di governo alla guida della locomotiva d’Europa, si appresta a terminare la sua esperienza politica e a concedersi finalmente, come dichiarato in una recente intervista, il tempo per riposarsi.
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