Un tema fortemente connesso all’emergenza climatica riguarda la “spesa consapevole”, scegliendo consciamente cosa portare sulle nostre tavole possiamo infatti migliorare la nostra salute e risanare il nostro pianeta.
L'agricoltura biologica italiana necessita di una legge per cogliere, al più presto, le opportunità della strategia From Farm to Fork e del crescente interesse dei consumatori verso il bio ecosostenibile.
Così, il 20 maggio 2021, il Senato ha votato il Disegno di legge n.988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”. Il nodo del contendere, che ha diviso l’aula del Senato, è stata l’equiparazione, all’interno del testo, tra agricoltura biologica e biodinamica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha obiettato definendo l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca”.
Comprensibile la polemica, in fondo agricoltura biologica e biodinamica sono metodologie differenti; forse, però, fine a se stessa, potenzialmente le due tecniche sono affini, e considerando che la Farm to Fork è una strategia studiata per trasformare il sistema alimentare europeo, rendendolo più sostenibile, è quasi assurdo disquisire di biologico e biodinamico e non di spazi. Quanta terra serve per produrre il nostro cibo? Sapevate che gli allevamenti e le colture per i mangimi occupano una superficie pari a tutto il continente America? E che lo spazio per il nostro sostentamento diretto uguaglia la zona dell’Asia-Pacifico orientale?
Carni rosse, formaggi, latte, uova richiedono spazi esponenzialmente più grandi rispetto a quelli richiesti per la coltivazione di molti vegetali; inoltre, la catena di produzione di carne bovina produce l'equivalenza di 60 Kg di CO2 per ogni Kg di carne prodotta. Una buona parte è legata alla fermentazione enterica e ai processi aziendali, mentre la porzione legata ai trasporti è, a sorpresa, piccolissima e influisce un minimo rispetto al resto.
Nei prossimi decenni la popolazione crescerà e allora a contare non sarà il certificato bio, quella simpatica fogliolina verde, ma gli spazi nell’unica Terra a nostra disposizione.
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