Una delle prime cose che ho scoperto è che la spiegazione del perché l'esercizio fisico ci rende felici è troppo semplicistica. Gli effetti del movimento non possono, infatti, essere ridotti a una scarica di endorfine.
L'esercizio fisico regolare riduce l'infiammazione nel cervello, cosa che, nel tempo, può proteggere da depressione e ansia, oltre che a "rimodellare" la struttura delle connessioni sinaptiche del cervello per renderci più ricettivi a sentimenti di “gioia”.
Gli effetti sulla mente sono persino integrati nella nostra muscolatura, poiché durante l'attività fisica, i muscoli secernono ormoni nel flusso sanguigno, i quali a loro volta, agendo sul cervello, lo rendono più resistente allo stress.
Ma per quale motivo la nostra fisiologia dovrebbe essere così sintonizzata a incoraggiarci ad essere attivi?
Una prima ipotesi potrebbe avere a che fare con i benefici che l'esercizio fisico ha sulla nostra salute. Forse il cervello, cercando di proteggere il corpo, ci “spinge” ad essere più attivi per evitare complicazioni cardiache. Tuttavia, questa interpretazione assume una prospettiva storica troppo a breve termine, perché per gran parte dell'esistenza umana, lo scopo principale del movimento non è stato quello di prevenire le malattie, ma bensì di permettere l’esecuzione dell’attività umana.
Come osserva il neuroscienziato Daniel Wolpert:
«L'intero scopo del cervello umano è produrre movimento. Il movimento è l'unico modo che abbiamo di interagire con il mondo».
Questo è il motivo per cui la nostra biologia ha tanti modi per premiare il movimento, insieme per incoraggiarci a partecipare alla vita, aiutandoci a trovare l'energia, lo scopo e il coraggio di cui abbiamo bisogno per andare avanti.
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