Ultimamente mi capita di vedere, nel mio personale feed di Instagram, post che si assomigliano tra loro. Inizialmente li ho ignorati e sono passata oltre ma, pian piano, ho iniziato a farci caso e a notare alcune caratteristiche ricorrenti che li accomunano. Dalle foto in posa sorridente davanti al pc, ai sorrisi da vincita alla lotteria ma, soprattutto, frasi motivazionali del tipo: “la mia vita è cambiata da quando sono entrat* a far parte di azienda x’, ‘da quando ho iniziato a lavorare per azienda y posso lavorare da casa e ho un sacco di tempo per prendermi cura di me stess*’, ‘info in DM per conoscere un’opportunità lavorativa che è in grado di migliorarti la vita”.
Ho iniziato ad accorgermi sin da subito che tali post non sono fini a loro stessi. Se inizialmente queste possono sembrare frasi motivazionali che possiamo trovare sul profilo di un life coach qualsiasi che vuole diffondere good vibes fra i suoi followers, facendo maggiore attenzione si possono notare espressioni ricorrenti di questo tenore: ‘Entra anche tu a far parte del nostro team che ti offre una fantastica opportunità lavorativa. Non sono richieste particolari competenze e/o esperienza, si lavora da casa con un buon guadagno.” Ebbene, frasi di tal fatta lasciano trasparire quello che è l’intento ultimo di questi post, ossia voler trovare ulteriori soggetti disposti ad entrare in un business che, sostanzialmente, prometta loro il massimo risultato in termini di guadagno con minor sforzo in termini di lavoro. Come bisogna intendere questo tipo di contenuti? Cerchiamo di fare chiarezza.
Innanzitutto è possibile inquadrare questo fenomeno a partire dal c.d. “Network marketing” oppure “Multilevel Network marketing”, ovverosia un sistema di vendita diretta di beni e servizi ai consumatori fondato su una rete di venditori i quali saranno ricompensati non soltanto per i beni e servizi che avranno saputo vendere ma anche per gli ulteriori soggetti venditori che saranno riusciti a ingaggiare. Si tratta di una forma di lavoro online, certamente atipica e di recente sviluppo ma che, se rispetta le leggi dell’ordinamento, è perfettamente legale, difatti il sistema multilivello è adottato da aziende molto note che vi ricorrevano anche prima dell’imposizione massiccia dei social nelle nostre giornate.
Alla base del sistema si pone il reclutamento di venditori/distributori, i c.d. “networkers”; a differenza dei normali sistemi di vendita, cui profitti derivano solo dalle commissioni accumulate dalle proprie trattative di vendita, nel multilevel marketing, invece, i profitti non derivano solo dalle vendite, ma anche dalla somma totale prodotta dalla rete dei networkers.
Ma allora se questo sistema è del tutto legale il problema dove nasce? Nasce dal fatto che, proprio in virtù della sua consustanziale atipicità, ben si presta a truffe più o meno velate da parte di soggetti che, in maniera disonesta, celano dietro lo scudo del network marketing una mera vendita piramidale.
La stessa che è espressamente vietata dalla L.173/2005 sulla disciplina della vendita diretta a domicilio e tutela del consumatore dalle forme di vendita piramidali. In particolare l’art.5 co.1 della stessa legge recita:
“Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività' e di strutture di vendita nelle quali l'incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura”.
Nonostante la legge non sia di difficile lettura e comprensione è, viceversa, molto più facile travalicare la linea sottile che divide il network marketing dalla vendita piramidale e quindi passare da ciò che è lecito a ciò che è illecito. La differenza tra le due è molto sottile ma importantissima, in quanto ci aiuta a tracciare una distinzione fra le stesse a capirne le differenze e, in ultima istanza, a tutelarci da eventuali raggiri.
Il multilevel network marketing permette a chi lo esercita di trarre profitto, oltre che dalle vendite dirette compiute da egli stesso, ANCHE per quelle effettuate da altri venditori da esso reclutati. Nelle vendite piramidali, invece, la PRINCIPALE fonte di guadagno è costituita dal reclutamento di nuovi soggetti venditori, a prescindere dalla loro effettiva capacità di vendere beni o servizi o promuoverne la vendita da parte di altri soggetti facenti parte della medesima struttura (vi dice niente “non è richiesta alcuna competenza nel settore”?).
Purtroppo non è raro incorrere in raggiri in tal senso in quanto, nonostante l’espresso divieto derivante dalla normativa del 2005, molte attività si “travestono” da network marketing prevedendo, insieme al reclutamento, anche la vendita di uno o più prodotti in modo tale che all’esterno si noti che l’attività prevede la vendita di beni e non solo la recluta di venditori. Ma, purtroppo o per fortuna, il fatto che vi siano prodotti in vendita non basta ad escludere la natura piramidale dell’attività. Questo perché, si badi bene, la normativa definisce piramidali quelle attività cui incentivo economico PRIMARIO si basa sul MERO RECLUTAMENTO di altri venditori prescindendo dalle loro EFFETTIVE CAPACITA’ di vendita e promozione di beni e servizi. Il che significa che, seppur in presenza di prodotti in vendita, se il guadagno primario dell’attività deriva dal mero reclutamento, ciò fa sì che il sistema sia comunque illegale. Molto spesso, tra l’altro, gli stessi beni in vendita vengono venduti ad altri venditori come forma di battezzamento all’interno del business. A riprova di ciò, spesso viene usato un escamotage che consiste nel dire che non è possibile promuovere un prodotto senza prima averlo testato su di sè ma “investimenti iniziali” o acquisti periodici per autoconsumo sono vietati.
È vietato chiedere a chiunque di versare denaro o “fare un investimento” per iniziare a lavorare. Ciò è deducibile ex art. 6 della stessa L.173/2005:
“Costituisce elemento presuntivo della sussistenza di una operazione o di una struttura di vendita vietate ai sensi dell'articolo 5 la ricorrenza di una delle seguenti circostanze:
a) l'eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare dall'impresa organizzatrice, ovvero da altro componente la struttura, una rilevante quantità di prodotti senza diritto di restituzione o rifusione del prezzo relativamente ai beni ancora vendibili, in misura non inferiore al 90 per cento del costo originario, nel caso di mancata o parzialmente mancata vendita al pubblico;
b) l'eventuale obbligo del soggetto reclutato di corrispondere, all'atto del reclutamento e comunque quale condizione per la permanenza nell'organizzazione, all'impresa organizzatrice o ad altro componente la struttura, una somma di denaro o titoli di credito o altri valori mobiliari e benefici finanziari in genere di rilevante entità e in assenza di una reale controprestazione;
c) l'eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare, dall'impresa organizzatrice o da altro componente la struttura, materiali, beni o servizi, ivi compresi materiali didattici e corsi di formazione, non strettamente inerenti e necessari alla attività commerciale in questione e comunque non proporzionati al volume dell'attività svolta.”
In sintesi: le aziende di network marketing serie si distinguono da quelle truffaldine per il fatto che vendono realmente prodotti. Possono avere anche una struttura a piramide, cioè un venditore può guadagnare in minima parte anche in base alle vendite di altri venditori che lavorano per lui, ma è il lavoro di vendita che gli porta il guadagno principale. Le attività truffaldine, al contrario, usano fare una pubblicità (sovente ingannevole) aggressiva sui social network magari dicendo che, dopo aver aderito al programma, sarà garantita la vita di un pascià quando, in realtà, per svolgere il lavoro di networker in modo serio e corretto è necessario essere professionali (quindi non lavorare 10 minuti con il cellulare in pausa pranzo) in quanto, in assenza di un approccio corretto, si rischia di perdere tempo e denaro.
Tutto ciò che ho scritto, come è facile intuire, non è volto a condannare tout court il sistema di multilevel network marketing bensì a permettere di conoscere bene il sistema e le sue caratteristiche, anche tramite la normativa che sanziona ciò che è somigliante per tutelarsi, eventualmente, da coloro che subdolamente, attraverso lo scudo di un tipo di lavoro che ancora poco si conosce, cercano di estorcere tempo e soldi a chi è solo voglioso di lavorare.
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