top of page

Russia e Ucraina, tra passato e presente


Londra 1941 vs. Kharkiv 2022

La notte tra il 23 e il 24 Febbraio 2022 la Russia ha attaccato l’Ucraina, quando il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale” con l’obiettivo di “denazificare” e “smilitarizzare” il Paese. Quelle di Vladimir Putin sono certamente affermazioni e supposizioni discriminatorie e pesanti, giustificazioni di guerra oserei dire, ma radicate nei pensieri filorussi dai decenni della Seconda Guerra Mondiale.

Quest’argomentazione verte su una figura ucraina decisamente contrastante: quella di Stepan Bandera, fascista convinto, membro dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini e fondatore dell’Esercito insurrezionale ucraino (UPA); fu ucciso il 1959 dal KGB.



Al centro, Stepan Bandera

Putin, nel suo discorso di lunedì 21 febbraio, con cui ha riconosciuto le due repubbliche russofone di Donetsk e Lugansk come indipendenti, ha tirato in ballo Bandera definendo l’attuale governo di Kyiv come un “regime neonazista banderista” intento a commettere un “genocidio” ai danni delle popolazioni russofone ad est.

Una riflessione va fatta proprio sulla parola genocidio. In Ucraina è presente una grande componente etnica russa e, per Putin, queste persone non solo sarebbero state ingiustamente separate dalla loro patria ma subirebbero anche campagne di pulizia etnica da parte del “governo neo-nazista”.

Da qui la decisione del Presidente russo di firmare con i presidenti dei due stati indipendenti del Donbass, accordi di “amicizia e mutuo soccorso”.

Se questi sembrano i pretesti che hanno portato ad un’escalation e ad un deterioramento dei rapporti tra Mosca e Kiev, va considerato come invece le tensioni fra i due paesi durino da anni.

L’Ucraina, storicamente Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, fu una dei 15 paesi satelliti dell’URSS, dalla sua nascita nel 1922 alla sua fine nel dicembre del 1991. L’elezione di Gorbaciov, le difficoltà economiche dei paesi sovietici e il crollo del muro di Berlino del 9 novembre 1989, portarono alla comparsa di spinte centrifughe nazionaliste, così le repubbliche socialiste sovietiche cominciarono a bramare l’indipendenza. L’Ucraina l’ottenne nel 1991.


9 novembre 1989: crolla il muro di Berlino

Va detto, che la Russia, ancora radicata nella mentalità che aveva caratterizzato la Guerra Fredda, considera ancora l’Ucraina come parte naturale della sua sfera di influenza.

Il 12 Luglio 2021, appare sul sito ufficiale del Cremlino, un articolo dal titolo Sull’unità storica di russi e ucraini. Vladimir Putin si rivolge alla Storia, attraverso la quale secondo lui è possibile capire meglio il presente e guardare al futuro.

Nel suo articolo, evidenzia le radici comuni di russi, ucraini e bielorussi, eredi dell’Antica Rus’, che era il più grande stato in Europa. Gli slavi e le altre tribù che abitavano il vasto territorio, parlavano la stessa lingua, oggi conosciuta come russo antico. Purtroppo però il potere centrale dell’Antica Rus’ si indebolì, conducendo alla frammentazione vera e propria del territorio. I territori nord-orientali caddero sotto il dominio del Khanato dell’Orda d’Oro, un khanato di origine mongola e successivamente turchizzato, fondato come regione amministrativa dell’Impero di Genghis Khan.

I territori meridionali e occidentali divennero parte del Granducato di Lituania, Mosca, invece, divenne il nuovo centro di quello che rimaneva dell’Antica Rus’. Le terre intorno, come la città di Kiev e i territori sulla riva del Dnepr furono chiamate Malaja Rus’ o Piccola Rus’. L’etimologia della parola Ucraina nasce appunto da u krajna che significa vicino, presso o addirittura periferia.

Putin afferma come la Federazione Russa abbia non solo riconosciuto le nuove realtà geopolitiche ma che abbia fatto molto per renderle paesi indipendenti. L’Ucraina però avrebbe negato il passato e tentato di riscrivere la storia.

Nell’articolo Putin scarica buona parte delle colpe della diffusione di un sentimento anti-russo in Ucraina, sulle spalle degli occidentali e accenna, seppur in maniera molto superficiale, anche alla questione del Donbass, affermando come l’Ucraina non abbia bisogno di questi territori che mai accetterebbero i suoi ordini. In secondo luogo accenna ai risultati di Minsk-1 e Minsk 2. Ma cosa sono?

Per capire ciò, è necessario fare un salto al 2014, quando venne cacciato dall’Ucraina il presidente filorusso Viktor Yanukovyč, che aveva detenuto il potere dal 2010 sino al 2014. Al suo posto fu eletto Petro Porošenko, molto vicino all’Occidente. Putin rispose così, annettendo la Crimea e incoraggiando una rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass. Nel 2015 Ucraina e Russia siglarono gli accordi di Minsk da cui si riconobbe uno status speciale per Donetsk e Lugansk.



Mappa Ucraina

Va poi considerato il ruolo che l’Occidente ha avuto nella vicenda. Un’altra delle tante motivazioni dell’attacco russo all’Ucraina e a cui Putin si è appellato più volte, riguarda le pressioni che la NATO da anni esercita sui paesi in prossimità della Russia. La NATO (North Atlantic Treaty Organization) nasce con la ratifica del Patto Atlantico nell’aprile del 1949. Come definito da Lord Ismay lo scopo della NATO era quello di «tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi». Il Patto Atlantico nacque dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalla percezione che il mondo occidentale stesse subendo tensioni dall’altro grande blocco, l’Unione Sovietica. I paesi sovietici in risposta si allearono nel Patto di Varsavia. Come disse Winston Churchill era «calata la cortina di ferro», ad indicare la situazione anomala di divisione in due blocchi contrapposti: era scoppiata la Guerra Fredda.



Dean Acheson, Ministro degli Esteri statunitense, firma il Patto Atlantico

Inizialmente la Nato comprendeva USA, Canada ed altri paesi filoccidentali ma, dopo la caduta dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti approfittarono per invitare gli ex territori dell’URSS ad entrare a far parte dell’Alleanza. A questo proposito la Russia si è sentita sempre più accerchiata e, come affermato da Vladimir Putin, minacciata dalle potenze americane ed occidentali.


Oltre ai problemi geopolitici, attorno alla vicenda Russia-Ucraina, si incontrano anche tematiche economiche decisamente controverse.

L’Ucraina è sempre stato un paese povero di risorse e per questo dipendente dal gas russo ma non solo, anche l’Europa dipende dall’importazioni di questo e ne ha sempre ricevuto un ingente quantitativo attraverso gasdotti che passano in territorio ucraino.

Ora qual è la questione? Finché l’Ucraina era alleata con la Russia, quest’ultima le vendeva il gas ad un prezzo favorevole. Questa situazione ha però cominciato ad incrinarsi agli inizi degli anni 2000 quando in Ucraina scoppiò la “rivoluzione arancione”. Nel 2004 si tennero le elezioni presidenziali che videro protagonisti due candidati: Viktor Janukovyč e il filoccidentale Viktor Juščenko.

Il ballottaggio sembrava assegnare la vittoria a Janukovyč ma l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) certificò brogli e illegalità scatenando rivolte e proteste a cui presero parte migliaia di persone vestite d’arancione.


Rivoluzione arancione Ucraina

Juščenko ottenne il 51% diventando il Presidente dell’Ucraina sino al 2010. La Russia a questo punto per punizione alzò il prezzo del gas per l’Ucraina ed inoltre cercò di escogitare un modo per bypassare il passaggio dei gasdotti, diretti in Europa, da territorio ucraino.

Con questo scopo si cominciò a costruire il gasdotto NordStream, di cui tanto abbiamo sentito parlare i media. Di proprietà della compagnia energetica russa GazProm, il Nord Stream è un gasdotto sottomarino che collega direttamente la Russia e la Germania evitando di attraversare i paesi baltici che perdono così il ricavato dei diritti di transito del gas.


Nord Stream 2

La prima conduttura fu completata nel 2011, adesso il gasdotto, seppur completato nel settembre 2021, non è ancora operativo in quanto in attesa di riscontro da parte degli enti regolatori tedeschi. L’amministrazione statunitense, preoccupata di un imminente attacco da parte della Russia, intorno al 15 febbraio, mise in risalto come la loro posizione fosse molto chiara: se la Russia avesse attaccato l’Ucraina il progetto Nord Stream non sarebbe stato avviato. Lo stesso cancelliere tedesco Olaf Scholf in un colloquio con Putin rispose alla sua domanda: «La Germania bloccherà il NordStream 2?» dichiarando che le conseguenze sarebbero state chiare in caso dello scoppio di una guerra.

Ignaro e acciecato dal suo obiettivo il 24 Febbraio 2022 il presidente russo ha attaccato Kiev scatenando delle forti preoccupazioni in Europa sulla questione dell’approvvigionamento energetico. Putin, nonostante la situazione, sta però rispettando i patti export del gas nelle nostre zone.


La guerra tra Russia e Ucraina ha comunque avuto dei risvolti negativi in campo energetico. Dalle prime settimane di marzo, i carburanti hanno raggiunto prezzi da record, schizzando oltre i 2 euro al litro. L’ipotesi di ulteriori sanzioni alla Russia ha provocato il panico sui mercati determinando un rincaro di petrolio, gas ed altre materie prime.



Prezzi del carburante a Marzo 2022

In realtà è opportuno sottolineare come solo in parte, possiamo colpevolizzare l’invasione dell’Ucraina, per il rincaro del carburante. Un aspetto che influisce sul costo di benzina e diesel è da individuare nell’aumento del prezzo del Brent, il petrolio estratto dal Mare del Nord e utilizzato come valore di riferimento per la quotazione del petrolio a livello globale e, che ha adesso raggiunto i 127 dollari al barile.


Da giorni i media e i social network si sono sbizzarriti su Memes di ogni tipo e in tutto il mondo le persone stanno valutando l’acquisto di un cavallo o di altri mezzi di trasporto.


Ma la domanda con cui vi lascio è questa: Abbiamo sentito parlare di nucleare, di blocchi, di sanzioni, di crimini di guerra e contro l’umanità ma quanto credete che ancora durerà questa situazione e quali conseguenze ci troveremo ad affrontare? Ma soprattutto, come dice Zelensky, ci sarà davvero la Terza Guerra Mondiale?

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Iscriviti al sito

Il tuo modulo è stato inviato!

bottom of page