Autore: #RiccardoBorchi
In totale, nel corso del 2020, nel mondo sono stati fatti più di 1 miliardo di test per accertare l’infezione da SARS-CoV-2. Ma il numero dei tamponi effettuati, in rapporto alla popolazione, è molto diverso da stato a stato.
In base ai criteri dell’OMS, l’epidemia non è più considerata sotto controllo quando la percentuale delle persone positive al tampone supera il 5%.
L’Italia ha superato questa soglia a inizio ottobre.
In alcuni paesi, però, il numero dei tamponi effettuati è molto basso e quindi la percentuale dei positivi è poco significativa. Soprattutto se vengono testate solo le persone sintomatiche, in questo caso la percentuale risulterà sicuramente più alta.
Inoltre c’è da fare una distinzione sul tasso di positività.
Il tasso di positività considerando tutti i tamponi effettuati (quello che viene comunicato più spesso) è diverso dal tasso di positività che prende in esame solo le persone testate (escludendo quindi i tamponi di controllo o i tamponi ripetuti in caso di bassa carica virale). Per analizzare l’andamento dei nuovi contagi dovremmo considerare soprattutto quest’ultimo tasso di positività, in quanto va a vedere quanti positivi ci sono sulle nuove persone testate, senza quindi considerare i test fatti alle persone già positive che magari si negativizzano (e che abbassano quindi il tasso di positività). Ad esempio, il 20 novembre 2020, in Italia, abbiamo avuto il picco del tasso di positività sulle nuove persone testate in questa “seconda ondata”, pari al 31,87% (ovvero circa 1 persona su 3, tra quelle testate per la prima volta quel giorno, risultò positiva), una percentuale 6 volte più alta della soglia di guardia indicata dall’OMS, mentre il tasso di positività sui tamponi – sempre quel giorno – era pari a 15,64% (meno della metà).
In Italia il numero dei tamponi effettuati è cresciuto molto nelle ultime settimane. Nella prima fase della pandemia era relativamente piuttosto basso.
Prendiamo in considerazione la prima settimana di dicembre 2020.
In questo periodo, in Italia, sono stati effettuati poco più di 2.000 tamponi ogni 100.000 abitanti (ovvero circa 300 tamponi ogni 100.000 abitanti al giorno, in media). Molti di più di quanti ne venissero fatti a marzo (circa 100 ogni 100.000 abitanti alla settimana), ma meno di quanti ne sono stati fatti tra ottobre e novembre (oltre 3.000 ogni 100.000 abitanti alla settimana, per due settimane consecutive), in cui è stato registrato il picco di oltre 250.000 tamponi in un giorno.
In altri paesi europei il numero dei tamponi in rapporto alla popolazione è molto alto. In Lussemburgo, ad esempio, sempre nella prima settimana di dicembre sono stati fatti circa 13.000 tamponi ogni 100.000 abitanti (oltre 6 volte in più dell’Italia, nella stessa settimana).
In questo periodo, tuttavia, l’Italia ne fa comunque più di altri grandi paesi europei come la Francia e la Germania, che si attestano intorno ai 1.500 tamponi ogni 100.000 abitanti alla settimana.
Complessivamente, l’Italia ha fatto oltre 25 milioni di tamponi, testando oltre 14 milioni di persone. Ovvero, circa 1 italiano su 4 ha effettuato almeno un tampone.
Dobbiamo poi fare una precisazione importante: esistono tre tipologie di test.
Esiste il test molecolare (mediante tampone), che ricerca il genoma virale, il test sierologico, che rileva l’esposizione al virus SARS-CoV-2 ma non è in grado di confermare o meno una infezione in atto, e il test antigenico “rapido”, che ricerca invece l’antigene (una componente strutturale del virus, come una proteina). Quest’ultima tipologia è stata sviluppata negli ultimi mesi ed è meno accurata (il produttore dichiara 70-86% per la sensibilità e 95-97% per la specificità), infatti può dare più facilmente falsi positivi, il suo punto di forza sta nel fatto che la risposta arriva in tempi brevissimi (30-60 minuti), a differenza del classico tampone (molecolare) che richiede molte ore per essere processato (in genere 48 ore), ma con una possibilità di avere falsi positivi molto più bassa e, se somministrato correttamente, con una accuratezza vicina al 100%.
I dati presenti in questa pagina, provenienti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), si riferiscono ai tamponi molecolari (considerati il “Gold standard” a livello europeo), non vengono quindi presi in considerazione i test sierologici e i tamponi “rapidi”.
Articolo redatto in collaborazione con Cura Italia.
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