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Il vibratore, dispositivo medico?




‘‘Che scenata isterica!’’, ‘’oggi sei proprio isterico’’, ‘’mia sorella è isterica prima degli esami’’. Ormai la parola isteria è entrata a far parte del linguaggio di tutti i giorni in riferimento a comportamenti eccessivamente emotivi o a fasi temporanee di nervosismo e rabbia. L’isteria è stata però per molto tempo trattata come una vera patologia, causata secondo la medicina tradizionale da spostamenti dell’utero (dal greco ‘’Hysteron’’, utero) e quindi strettamente connessa al genere femminile.


Tra i sintomi principali si descrivevano intense crisi nevrotiche caratterizzate da rabbia, ira, fino a convulsioni e paralisi. Come possibili terapie i medici proponevano ‘’la cura del riposo’’ (isolamento, senza stimoli esterni) ma anche, nei casi considerati più gravi, l’isterectomia e il manicomio. Un’altra pratica molto diffusa era quella del ‘’massaggio pelvico’’, ovvero la masturbazione clitoridea al fine di stimolare il ‘’parossismo isterico’’ (l’orgasmo), a quel tempo accettato perché non connesso al piacere femminile. La pratica era però lunga e stancate e causa nei medici di forti dolori alle mani e ai polsi: è proprio in loro aiuto che nel 1869 lo statunitense George Taylor, brevettò il primo vibratore a vapore.


Come simpaticamente raccontato nel film ‘’Hysteria’’l’oggetto, molto apprezzato dalle donne dell’epoca, si diffuse rapidamente, fino a quando, negli anni ‘20, venne associato a pratiche sessuali e quindi, per la moralità del momento, rifiutato.


Nel 1980, l’isteria è stata eliminata dal DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), e oggi i sintomi isterici, senza più riferimento di genere, si ritrovano nel disturbo di conversione, una forma di somatizzazione, in cui conflitti psichici vengono espressi come sintomi fisici. Il vibratore invece, fu nuovamente accettato con la rivoluzione sessuale negli anni ‘60, anche se, tutt’oggi, rimangono stigmi e pregiudizi sulla masturbazione femminile. Forse, partendo da una buona educazione sessuale, bisognerebbe solo parlane di più e più apertamente, che ne pensate?




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