‘’Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni. Disciplinata e lieta. Perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, portare la propria opinione per contribuire a creare la comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, della nostra patria, della nostra terra; disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese.’’
Con queste parole l’accademico Piero Calamandrei raccontava il tanto atteso 2 giugno 1946, data nella quale gli italiani si recarono a scegliere tra monarchia e repubblica. I nostri sguardi orgogliosi rivolti verso quel giorno sono dedicati anche a tutte le donne, che, per la prima volta, andarono a votare per delle elezioni nazionali. Fu infatti il volto di una di loro, sorridente e soddisfatta sulle prime pagine dei giornali, a diventare il simbolo della nuova Italia che stava nascendo. Arrigo Levi pochi anni dopo descriverà quello come il giorno in cui ‘’non saremmo liberi come siamo’’.
Eppure, non ci furono armi, né violenza. Non ci fu il terribile rumore della guerra, né il terrificante odore di morte da cui l’Europa era tristemente assuefatta ormai da anni: fu la democrazia l’unico invincibile strumento. Erano stati tempi duri per la penisola: prima l’avvento del fascismo, poi le leggi razziali e infine lo scoppio della Seconda Grande Guerra avevano inflitto agli italiani tutti un colpo dopo l’altro, lasciando un popolo dilaniato quanto affamato di dignità, unito da una morale comune. Diventare una Repubblica per gli italiani fu dunque un segno di rottura e cambiamento, una vera rivoluzione contro la sofferenza che per anni la guerra aveva portato. Gli elettori al contempo, per costruire il grande edificio della democrazia, scelsero anche coloro i quali avrebbero redatto la Carta Costituzionale, entrata in vigore poi qualche tempo dopo, vero scrigno dei valori fondanti della Repubblica.
Quest’anno Essa compie 75 anni, e mai come in questo compleanno, durante una pandemia mondiale, appare giusto festeggiarla, nella speranza che quella voglia di rinascita e riscatto ci contagi e ci aiuti, ancora una volta, a rifiorire.
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