Autore: #LucaGarofalo
20 aprile 2020. Un evento senza precedenti ha scosso i mercati finanziari. Il prezzo del petrolio scende sotto lo zero. A scendere è il West Texas Intermediate (WTI), un tipo di petrolio estratto in Texas. Le cause di questo crollo, seppur presuppongano una situazione di crisi, sono da ricercare nei mercati finanziari. In particolare quello del Future sul WTI.
Ma facciamo chiarezza. I Futures WTI sono contratti derivati, il cui prezzo dipende dal valore del petrolio. Questi strumenti, così come le azioni, si possono acquistare e vendere al New York Mercantile Exchange, fino a scadenza.
I detentori di Futures sono obbligati ad acquistare petrolio ad un prezzo stabilito dal derivato, se non lo vendono prima del termine. Alla scadenza, chi non vende il contratto guadagna se il prezzo contrattuale è inferiore al prezzo di mercato, viceversa perde. Gli operatori, che vogliono evitare la consegna fisica del petrolio, ricorrono ad una tecnica chiamata rolling. Questa consiste nel vendere i contratti poco prima della data di consegna e, contestualmente, acquistarne di nuovi con scadenze più lunghe.
La consegna fisica del petrolio negoziato con i Futures WTI scaduti, avviene nel centro di stoccaggio situato a Cushing, Oklahoma. Il recente lockdown mondiale ha ridotto drasticamente la domanda di petrolio, spingendo i produttori ad accumulare scorte nel centro di stoccaggio.
A questo punto è possibile illustrare la causa del crollo. Con l’avvicinarsi della scadenza del 22 aprile gli operatori, prevedendo che non ci sarebbe stato spazio per farsi consegnare il petrolio, iniziano a vendere i propri derivati. Queste vendite, sommate a quelle dei trader che fanno rolling abituale, hanno innescato una spirale che ha fatto crollare i prezzi.
La questione resta dunque aperta. Cosa succederà alla prossima scadenza? Basteranno i tagli alla produzione per evitare che tutto questo non si ripeta?
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