Autore: #SimoneMormone
Le obbligazioni sono titoli di credito che attribuiscono il diritto al possessore ad una remunerazione periodica (interesse) ed alla restituzione del capitale a scadenza, che sorge a fronte di un finanziamento concesso all’emittente.
Ammesse ad emettere titoli obbligazionari sono le società di capitali (e non le società di persone): società per azioni, società in accomandita per azioni e società a responsabilità limitata (con alcune limitazioni per quest’ ultime).
Le società utilizzano questo strumento per il reperimento di capitale tra i risparmiatori, senza dover intaccare la struttura societaria in quanto, a differenza delle azioni, le obbligazioni non attribuiscono ai detentori la qualità di socio (con alcune eccezioni per le obbligazioni convertibili in azioni e le obbligazioni con warrant).
Ogni titolo obbligazionario rappresenta una parte unitaria di un’unica operazione di finanziamento, ed ognuna di queste frazioni è caratterizzata da uguale valore nominale ed attribuisce ai detentori uguali diritti.
Il codice civile impone però un limite finalizzato ad evitare l’eccessivo abuso di tale strumento. Per le società vige infatti il divieto (derogabile solo in alcuni casi) di emissione di obbligazioni per un valore eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili, risultanti dall’ultimo bilancio.
Molteplici e di varia natura sono le categorie di obbligazioni diffuse. Come già anticipato però, meritano particolare attenzione, tra le altre, le obbligazioni convertibili in azioni e le obbligazioni con warrant.
Le prime, attribuiscono al detentore la facoltà di sostituire il proprio titolo obbligazionario in azioni, diventando così azionista della società emittente.
Le obbligazioni con warrant invece conferiscono la facoltà di acquisto di una determinata quantità di azioni all’obbligazionista, che comunque rimane creditore e non perde tale qualità come nel primo caso.
E voi avete mai investito in obbligazioni?