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Miraggi e fate Morgane





“Se non vedo, non credo” è una risposta comune che ognuno di noi ha dato di fronte a situazioni di stupore o paradossali, forse assumendo che un oggetto “osservato” esista dogmaticamente così come lo si vede.

Per quanto fondamentale, tuttavia, anche il senso della vista può fallire in contesti particolari, mostrandoci scenari inesistenti o irreali che ci possono condurre ad una visione distorta della realtà: ne sono un esempio lampante miraggi e fate Morgane.


Il principale contesto fisico che sottende i due tipi di fenomeni citati è quello della rifrazione: quando un raggio luminoso viaggia in un mezzo non omogeneo o attraversa la superficie di separazione tra due “mezzi” diversi (come potrebbero essere le interfacce acqua-aria o aria-vetro) questo viene deflesso, distorcendo così la nostra stessa visione. La variazione di una ben precisa quantità fisica, detta indice di rifrazione, quantifica l’entità di tale fenomeno.


In giornate particolarmente torride, il valore di questo indice all'interno di una colonna d’aria varia in funzione dell’altezza dello strato considerato. Gli strati più vicini al suolo risultano essere più caldi di quelli soprastanti, presentando per tale motivo un indice di rifrazione minore. Di conseguenza, i raggi luminosi seguono una traiettoria non rettilinea (parabolica) che ci induce a vedere specchi d’acqua o porzioni di cielo sopra l’asfalto o su una duna desertica, dando luogo al fenomeno dei miraggi.


Con fata Morgana si intende invece un fenomeno simile, che procede attraverso gli stessi meccanismi fisici, in cui lo strato di aria più calda è interposto tra due colonne più’ fredde. Il risultato finale può essere quello di vedere oggetti in lontananza sospesi a mezz'aria e capovolti, fenomeno “magico” che sporadicamente è possibile osservare anche nello stretto di Messina.


Conoscete altri contesti naturali in cui si manifesta il fenomeno della rifrazione della luce?





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