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Rivoluzione industriale, creatrice di distopie?


25 anni fa, il manifesto di Kaczynski venne stampato e reso pubblico: “La Società Industriale ed il Suo Futuro” si apre sul concetto che farà da perno a tutte le riflessioni contenute, ovvero che la Rivoluzione industriale ha dato inizio a delle conseguenze disastrose per la razza umana e se non se ne bloccherà la loro l’evoluzione, daranno vita a una società distopica, di cui Kaczynski illustra alcuni esempi.


La Rivoluzione Industriale ha alterato l’ambiente dell’uomo e il suo modo di vivere. I buoni propositi di introdurre delle innovazioni nel tentativo di rispondere ai problemi che l’umanità doveva affrontare nel XVIII secolo (come la povertà), ebbe come risultato un effetto anche negativo. L’uomo moderno non cominciò a vivere meglio dell’uomo agricolo: la società moderna ha richiesto alla gente, nel suo progredire, di vivere adottando via via comportamenti diversi da quelli originari. È impensabile produrre cambiamenti drastici in campo tecnologico senza causare rapidi mutamenti in tutta la società che implicano un crollo dei valori tradizionali.


Videocamere, computer, propaganda e industria dell’intrattenimento venivano descritti da Kaczynski come strumenti tecnico-psicologici utilizzati dal sistema politico per controllare il comportamento umano. Mezzi pratici per limitare il grado di libertà con la possibilità di avere il controllo sulle circostanze della propria vita. Una Libertà sempre più determinata dalla struttura economica e tecnologica, invece che dalle leggi o dalla forma di governo di una società.


Louis C.K. in un’intervista disse “Gli smartphone ci stanno togliendo questo, la capacità di starsene seduti senza fare nulla. Questo vuol dire essere una persona”. Senza mettere in dubbio i risvolti positivi della tecnica, Kaczynski aveva ragione? La nostra sfera di libertà si sta riducendo? Ci stiamo dunque asservendo alla tecnologia? O il futuro che stiamo costruendo avrà le sembianze di una distopia fantascientifica?





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