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Russia-Occidente: un conflitto annunciato?


Il punto è che storicamente, questo Paese di europeo ha avuto ben poco ed in ogni caso, solo a partire dal Settecento
Il punto è che storicamente, questo Paese di europeo ha avuto ben poco ed in ogni caso, solo a partire dal Settecento

A fine ‘800 gli elementi che avrebbero portato alla Rivoluzione in Russia, erano già presenti. Tolstoj, Dostoevskij, Rozanov, e altri, sentivano che qualcosa di grande era alle porte, il primo rivendicando il disagio sociale, il secondo anticipandolo ne “I demoni”, l’ultimo con pensieri profetici riguardo “i tempi della fine”. L’Occidente era visto come un fantoccio svuotato della sua spiritualità, impoverito e sterile. Non più la terra del progresso di cui si vantava.


Il dibattito riguardo il destino della modernità era vivo a Pietroburgo e Mosca, covo di intellettuali che riflettevano soprattutto riguardo la fine della religione in quanto pilastro di popoli interi. Convinti che non ci fosse niente di buono all’orizzonte per l’uomo moderno, vivevano nell’attesa di un nuovo inizio, che avrebbe seguito il tramonto del genere umano. Alcuni in senso religioso, altri meno.


Tanti oggi discutono su come la Russia “europea” possa aver mosso guerra a quest’ultima. Il punto è che storicamente, questo Paese di europeo ha avuto ben poco ed in ogni caso, solo a partire dal Settecento. Forse la sua deriva è stata causata dal volersi adattare ad un mondo che si muoveva con tempi e modi diversi. Lo stesso Marx sosteneva che la rivoluzione, per come la intendeva lui, sarebbe potuta avvenire solo in Paesi avanzati. Se non ci fosse stata questa condizione infatti, il sovvertimento dell’ordine sarebbe stato possibile solo con la forza. Cosa che poi accadde.


A poche settimane di distanza dallo scoppio del conflitto in Ucraina , la nostra quotidianità è investita da cronache di eventi che ci auguravamo di non vedere mai più. Ormai parte di un passato dominato da ideologie e falsi miti. La generalizzazione , che ha portato ad annullare perfino un corso universitario su Dostoevskij. Senza retorica, la storia ci ha insegnato il valore del pensiero critico e della memoria.


Quanto è davvero labile il confine fra giusto e sbagliato?






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