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Soprintendenze contro comuni e comuni contro il degrado


Una lotta continua tra la Sopraintendenza e l'amministrazione comunale di Firenze
Una lotta continua tra la Sopraintendenza e l'amministrazione comunale di Firenze

Ciò che sta accadendo oggi in Piazza Santo Spirito a Firenze può essere visto come l’ennesimo episodio di una lotta che contrappone i Comuni alle Soprintendenze, gli organi territoriali che tutelano i beni culturali. C’è da dire che molti sindaci, indipendentemente dai colori politici, abbiano utilizzato strumenti per contrastare la diffusione del virus per combattere il degrado.


È per “rispetto” – usiamo le sue parole - che il sindaco di Firenze ha sanzionato, con una multa di 3.300 euro, un uomo che stava orinando dietro la chiesa di Santo Spirito; ed è per dare l’esempio che lo stesso sindaco ha postato trionfante sui social il verbale. Nessuno si è domandato perché quella persona ha orinato per strada. Il fatto è che anche per motivi d’igiene pubblica dovuta alla pandemia, sono stati chiusi i bagni pubblici di Santo Spirito.


A dir la verità, sono stati messi a pagamento, come un bagno di un bar. Pochi giorni fa sono apparse sul sagrato della chiesa delle recinzioni per evitare assembramenti, costo: 80.000 euro. Contemporaneamente, i tavolini dei bar hanno lentamente risalito i gradini e occupato il sagrato. È lo stesso metro utilizzato per la questione dei bagni: in nome del decoro si toglie lo spazio al pubblico e dato in mano a privati, con dispendio di denaro notevole e inutile. Infatti, nonostante il presidio dei vigili e della polizia di stato, un gruppo di giovani ha ribaltato i pilastri per esprimere il proprio dissenso.


Quando si sono sollevate le prime proteste per la cordonatura, il Comune ha scaricato immediatamente la responsabilità sulla Soprintendenza che le ha autorizzate. La Soprintendenza le ha autorizzate perché sono apparati removibili come può autorizzare una proiezione sulla facciata della chiesa. La colpa profonda è di quella politica che, quando serve, si nasconde dietro lo scudo della Soprintendenza, che in realtà detesta perché limita, in nome di tutti, gli interessi di pochi.




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