Autore: #AndreaBellini
Var, HawkEye Technology, Goal Line Technology, Instant Replay. Sono solo alcune delle innovazioni tecnologiche che, nell’arco degli ultimi decenni, hanno trasformato radicalmente il mondo dello sport. La tecnologia, i software e l’analisi di dati sono diventati strumento imprescindibile per migliorare la qualità del prodotto sportivo.
E per quanto concerne le prestazioni dei singoli atleti? E possibile mettere la tecnologia a disposizione di coach e giocatori per migliorarne le prestazioni?
La squadra di college football americano di Louisiana State University (LSU) pensa di si. Nella stagione 2019-20 i preparatori atletici dei Tigers hanno collaborato con i fondatori di Perch, un software installato in particolari hardware e posizionati sugli strumenti utilizzati dagli atleti in sala pesi, in particolare squat rack e panca piana. In base all’esercizio selezionato su un tablet, una telecamera registra il movimento dell’atleta. I dati raccolti generano feedback su: forza e potenza esercitati durante l’alzata, oltre a registrarne la biomeccanica di movimento, fornendo un’ottima base su cui lavorare per ottimizzare le prestazioni in palestra e, di conseguenza, quelle sul campo.
Molti atleti sono diventati più forti e meno soggetti ad infortuni rispetto alle stagioni precedenti e questo grazie ad una migliore distribuzione del carico di lavoro nella programmazione degli allenamenti. I risultati parlano chiaro. I Tigers hanno chiuso la stagione con 13 vittorie e 0 sconfitte, aggiudicandosi il titolo di campioni universitari. Ora molte squadre professionistiche della NFL, MLS e NHL, oltre ad altre università si stanno interessando a questa nuovissima tecnologia.
E voi che ne pensate? Atleti e preparatori dovrebbero ricorrere alla tecnologia per migliorare le prestazioni e ridurre il rischio di infortuni?
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