Autore: #FulvioAdelfio
Anno 2020. L’intero mondo è coinvolto in un contesto unico: una pandemia che causa decine di vittime ogni giorno e, almeno per adesso, una cura definitiva, o meglio un vaccino, ancora latitante.
In una situazione emergenziale come questa è indispensabile correre al riparo su diversi fronti, non solo quello degli aiuti economici e dell’implementazione del sistema medico sanitario – urgentissimi per imprese, professionisti e privati, ma anche sul piano di una garanzia accessibile per tutti, garanzia che possa rendere meno complicato, per esempio, l’accesso alle cure o alle spese da affrontare in caso di decesso.
Analizziamo quindi le soluzioni che stanno emergendo nel settore delle assicurazioni.
Innanzitutto, le assicurazioni non coprono il rischio pandemia: la probabilità che possa scoppiarne una è reale, come abbiamo visto, e la diffusione di un evento pandemico è un rischio troppo alto da assumere per le compagnie assicurative. Diverso, invece, è il tema del rischio epidemiologico, ovvero il rischio di contrarre il virus, che può viceversa essere oggetto di copertura nelle polizze assicurative.
I destinatari di tali polizze possono essere tutti, dai cittadini privati fino alle imprese. Per i cittadini, si studiano delle soluzioni che prevedono degli indennizzi a copertura dei giorni di ricovero in ospedale (ed eventualmente anche in caso di terapia intensiva). Altrimenti, un’altra possibilità esistente è quella dell’estensione di una copertura in caso di coronavirus per tutti coloro che abbiano già stipulato una polizza sanitaria. Per le imprese il discorso cambia: date le diverse esigenze, le polizze possono garantire una copertura soltanto attraverso l’erogazione di una indennità relativa ai giorni di chiusura causati da coronavirus.
Pensi, quindi, che questi contratti potranno generare ulteriore incertezza al settore assicurativo?
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