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Ddl Zan, odi et amo


Due mani che si sfiorano alla luce di un arcobaleno.
Passerà alla storia?

Il termine omofobia indica l’avversione ossessiva per l’omosessualità, mentre omotransfobia vuole incorporare anche uno specifico disprezzo verso la transessualità.


A tal proposito, il tanto discusso Ddl Zan nasce dall’accorpamento di diversi disegni di legge proposti dai parlamentari, integrando altresì la legge Mancino del 1993 sull’incitamento all’odio e alla violenza, oltre che sulla discriminazione e violenza per motivi razziali, etnici o religiosi.


Shock: il Ddl Zan estenderebbe misure già esistenti a «sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità»!


L’articolo 1 del Ddl, ai fini della legge, dà una definizione di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Quest’ultima ha scatenato timore. Molti ignorano che la Corte Cost., nella sentenza n. 221/2015, abbia in verità già introdotto detto concetto come «elemento costitutivo del diritto all’identità personale, rientrante a pieno titolo nell’ambito dei diritti fondamentali della persona». Senza contare che anche la Regione Piemonte, oltre che la stessa UE, ne avevano già fatto menzione.


Il Ddl non avrebbe offerto scorciatoie né per cambiare sesso, né per strumentalizzare incertezze sull’identità sessuale. Piuttosto, avrebbe esteso la valenza di articoli già presenti nel Codice penale e inerenti ai delitti contro l’uguaglianza, all’istigazione a discriminare o compiere violenza, volendo tutelare persone Lgbt+, donne e disabili, quali “vittime vulnerabili”. Avrebbe sostanzialmente agito per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, prevedendo altresì case e centri di accoglienza in supporto di vittime di atti discriminatori.


Il Ddl Zan, il 27 ottobre 2021, a seguito del voto segreto concesso assieme alla procedura “tagliola”, prevista dall’art.96 del regolamento del Senato, proposta dai partiti di destra per impedire la discussione degli articoli nel merito, è stato bocciato.


È emersa l’evidente difficoltà parlamentare a deglutire il boccone amaro e amato dei “diritti civili”. Cittadini, sarà sintomo di una qualche malattia?

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