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La corsa allo spazio



Il desiderio umano di conoscere l’inesplorato si accompagna, oggi più che mai, ad un forte istinto di sopravvivenza: le risorse del pianeta si stanno esaurendo ed è sempre più pressante la necessità di ricorrere a nuove realtà da sfruttare, anche oltre l’atmosfera. Dalla recente missione di Musk lo Spazio non appare più così lontano, si apre ai privati e alle loro idee geniali.


Necessaria sarà quindi una nuova normativa a livello globale che vada ben oltre il diritto internazionale attuale.

Le regole sulla navigazione cosmica applicano alcuni principi che ritroviamo in quelle sulla navigazione aerea (che si ispirano a quella marittima). Allo Spazio è applicabile il principio sulla libertà di sorvolo degli spazi inappropriati e inappropriabili come alto mare o territori nullius (Antartide).


Di conseguenza lo Stato che lancia un satellite ha diritto di governo esclusivo su di esso senza interferenze. Essenziale in materia è il Trattato del ’67 secondo il quale lo spazio extra-atmosferico non è “proprietà” di alcuno Stato, può essere esplorato ed utilizzato liberamente in un’ottica di cooperazione. Lo Spazio può essere utilizzato soltanto a fini pacifici: è vietata la collocazione di armi o basi militari sulla Luna ed altri corpi. Gli astronauti vengono definiti ambasciatori del genere umano e spetta ad ogni Stato soccorrerli nelle manovre di atterraggio e in caso di difficoltà.


Nel caso in cui venga eseguita una missione da un ente anche non governativo la responsabilità delle operazioni ricade sullo Stato di riferimento che la deve autorizzare e monitorare.


In molti Stati si è assistito ad un taglio delle risorse per i progetti spaziali e di frequente le ricerche vengono eseguite da compagnie private con la conseguente rottura del carattere di sacralità di questi argomenti.


Con l’atto firmato nell’aprile di questo anno, gli USA hanno aperto le porte al pieno sfruttamento della Luna e degli altri corpi, rivedendo ma senza rifiutare la prospettiva degli anni ’60. Potrà essere questo l’inizio di un cambiamento radicale nella definizione normativa del cosmo nell’ottica della sua commercializzazione?


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