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PERCEZIONE DI SICUREZZA: ANALISI DEI PRINCIPALI REATI

Attraverso i giornali, social media e televisione sentiamo parlare di reati, delitti o crimini efferati ogni giorno. Il tema “criminalità” negli ultimi anni è comparso su oltre il 35% nelle notizie dei 5 principali telegiornali italiani.


Ma l’obiettivo delle notizie che ci vengono quotidianamente propinate è informarci o fare audience?


I dati, se non comparati adeguatamente, come possono arricchire la percezione che abbiamo della realtà? La domanda da porsi quindi è la seguente: come si sono evoluti i crimini negli ultimi anni?


Scopriamo insieme quali sono stati i trend dei principali reati.


1) Omicidio volontario


Il bene protetto è la vita umana individuale. L’importanza di tale reato, innanzitutto, si deve al principio costituzionale che pone al centro la persona umana: un soggetto di diritti, anteriori a qualsiasi riconoscimento dello Stato.


Il reato di omicidio è il cardine attorno al quale ruotano i reati contro la persona ed è punito con pene molto elevate.


Nel 2016 ci sono stati 475 omicidi volontari, numero molto alto anche se in netto calo, basti pensare che nel 1991 ne furono registrati 1916. All’epoca il tasso di omicidi ogni 100 mila abitanti era di circa 3.4, il massimo dagli anni ‘ottanta ad oggi, mentre nel 2016 era di “solo” 0.8.


Facendo una comparazione con i paesi dell’Unione Europea scopriamo che l’Italia è uno dei paesi con meno omicidi volontari denunciati, rapportati alla popolazione, dietro solamente ad Austria, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Polonia.


Nel 2002 sono stati riportati 1.6 omicidi, sempre ogni 100 mila abitanti, per la parte maschile della popolazione mentre 0.6 circa per quella femminile. Nel 2018 la situazione è drasticamente cambiata, non per tutti però.


Le vittime di sesso maschile sono state circa 0.75 mentre quelle femminili 0.5; nel primo caso c’è stata una diminuzione circa del 50%, nel secondo solamente del 16%.


Ciò può essere determinato dal fatto che la diminuzione degli omicidi sia avvenuta in ambienti a prevalenza maschile, come il crimine organizzato, mentre in ambienti domestici la sicurezza e la giustizia fanno più fatica ad intervenire.


2) Violenza sulle donne


La violenza sulle donne rappresenta una situazione preoccupante per una società del terzo millennio. I dati riportati sono incompleti: i delitti contro la libertà sessuale sono tali solo dal 1996 e proprio per questo motivo non si hanno numeri certi anteriori a tale data.


Precedentemente questi reati erano considerati “delitti contro la moralità pubblica ed il buon costume” ed avevano pene decisamente più lievi rispetto a quelle di oggi. La riforma del ’96, e le riforme successive, sono espressione della rivoluzione culturale e sociale di cui è stata protagonista la figura della donna negli ultimi 40 anni. [LC4] Ciò che finalmente si va a tutelare non è più il c.d. buon costume, bensì la libertà sessuale e di autodeterminarsi dell’individuo, uomo o donna che sia.


Ma quali sono i numeri di questi reati?


Le donne che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo negli ultimi cinque anni sono 2 milioni e 435 mila, ovvero circa 11% della popolazione femminile compresa tra i 16 e i 70 anni, mentre ad aver subito stupri o tentati stupri sono 246 mila, l’1,2%.


Nel 2006 più di 13 donne su 100 mila abitanti hanno subito violenze fisiche o sessuali, questo numero è diminuito arrivando a 11 circa nel 2014. Un dato preoccupante riguarda gli stupri e i tentati stupri, sia nel 2004 che nel 2016 ne sono stati registrati uno ogni 100 mila persone.


Non ci dobbiamo però dimenticare che violenze psicologiche ed economiche rappresentano problemi altrettanto gravi. Fortunatamente, questi episodi sono fortemente diminuiti negli ultimi anni, passando da 25 casi circa ogni 100 mila abitanti nel 2004, a 13 nel 2016.

3) Furti, rapine


Il reato del furto ha perso parte della sua importanza dall’entrata in vigore della Costituzione, la quale ha ridimensionato il valore della proprietà di fronte al maggior rilievo dei valori di natura personale.


Un caso particolare è rappresentato dal furto in abitazione, che ha vissuto un aumento della pericolosità e delle pene connesse. Il reo infatti non si limita ad attentare al “bene” proprietà, bensì viene minacciato anche il bene della sicurezza, inteso come inviolabilità fisica e psichica della vittima.


Per quanto riguarda le rapine, i livelli sono sempre stati molto bassi: nel 1985, come nel 2014, sono state denunciate circa 50 rapine ogni 100 mila abitanti. Furti e borseggi invece sono aumentati negli anni: nel 1985 sono stati registrati circa 760 casi ogni 100 mila abitanti, nel 2014 erano circa 1050.



Questi numeri fanno intuire che la situazione stia andando progressivamente peggiorando.


Per una visione più realistica, oltre che analizzare i numeri, dobbiamo prendere in considerazione anche il trend di questi ultimi. I reati contro il patrimonio sopra citati, hanno subito un fortissimo incremento fino al 1991, raggiungendo quote preoccupanti: circa 1500 denunce ogni 100 mila abitanti. Fortunatamente, l’andamento si è successivamente ridotto fino al 2014, con una ricrescita negli ultimi anni ma che sembra già arrivata al suo picco locale.


Quindi, anche se il numero di denunce ad oggi è maggiore rispetto all’85, dobbiamo vedere l’andamento complessivo dei dati, e non dimenticare che i dati sopra citati non sono dei semplici numeri, ma sono cause e conseguenze del tessuto socioeconomico in cui viviamo.

Parte delle nostre paure e delle nostre insicurezze potrebbero dipendere da come la realtà ci viene raccontata. I processi mediatici spesso operano a discapito della privacy del reo e del principio costituzionale di presunzione di innocenza. I social media, animati da personaggi politici di spessore, si scagliano contro uno Stato che non riesce a proteggere i propri cittadini.


Ma ovviamente in tutto ciò vi è soltanto una parte di verità.


In Italia i delitti come furti, rapine, omicidi volontari, tentati omicidi non hanno subito drastici aumenti negli ultimi anni, anzi, i reati più gravi hanno subito delle decrescite. L’unico dato preoccupante rimane il “difficile” calo di reati come la violenza domestica e la violenza sessuale, che si ripercuotono soprattutto sul genere femminile.


Concludiamo invitando ad una riflessione sulla questione della sicurezza nazionale, è un problema che si è aggravato negli ultimi anni o è diventato un mero strumento mediatico e di propaganda?


Tu che ne pensi?


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