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Povertà ed effetto Covid


2020 Milano - Protesta di fronte all'ennesima chiusura

Secondo il Rapporto Povertà della Caritas risalente all’ottobre appena trascorso la povertà in Italia è aumentata sensibilmente, complice chiaramente la pandemia ancora in auge. La Caritas afferma che ad oggi il 52% dei richiedenti aiuto è di nazionalità italiana, contro il 48% circa dell’anno passato. Tuttavia, è un altro il dato più allarmante: rispetto al 2019 i “nuovi poveri”, ovvero coloro i quali si rivolgono per la prima volta alla Caritas, sono molto più numerosi. Circa il 45% dei richiedenti nel 2020, infatti, si avvicina alla Caritas per la prima volta, per lo più piccoli commercianti e lavoratori autonomi.


Solo tra aprile e giugno le Caritas diocesane hanno assistito 450 mila persone, un numero esorbitante rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Le restrizioni imposte dal lockdown relativo alla prima ondata hanno causato aspri disagi economici per una importante fetta della popolazione, tanto da costringere sempre più persone a rivolgersi alla Caritas o ad enti simili. La seconda ondata, purtroppo, non pare esser più lieve e soprattutto le regioni ora catalogate come zone rosse stanno subendo un incredibile, forse insostenibile, contraccolpo economico.


Le previsioni non sono rosee e gli interventi dello Stato sembrano non essere davvero adeguati, in termini di ammontare e/o di tempistiche. La pandemia, come altri analoghi eventi del passato, mina fortemente la stabilità socioeconomica, a partire da coloro i quali vertono già in una condizione di forte precarietà, giungendo finanche alla cosiddetta classe media. Inoltre, anche il fattore culturale è sensibilmente influenzato: dagli ultimi dati utili pare che il profilo maggiormente colpito sia quello di donna e disoccupata.


Pertanto, la disuguaglianza sociale, già fortemente consolidata ex ante, si acuisce sempre più con l’intensificarsi della pandemia. Un fenomeno che né l’Italia, né l’Europa dovrebbero ignorare.


Credi che misure come i noti Recovery Fund e Bond europei saranno sufficienti a preservare il nostro Paese dalle disastrose conseguenze della pandemia?

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