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È tutta questione di fiducia?

La scorsa settimana il Governo Conte è stato colpito da un vero e proprio tsunami politico tanto da doversi recare in Parlamento a chiedere la fiducia.


Si tratta di un tipico istituto delle forme di governo parlamentari: in Italia il Governo per entrare in carica deve ricevere la fiducia dalle due Camere, parallelamente rimane in carica fintantoché non viene sfiduciato o si dimette. La fiducia viene accordata con una mozione approvata a maggioranza semplice da entrambe le Camere e viene revocata con una mozione approvata anche da una sola di queste.


Fiducia e sfiducia segnano dunque l’inizio e la fine del mandato governativo.


Tuttavia, questo istituto può entrare in gioco anche durante la vita di un Governo. È questo il caso della questione di fiducia: attraverso questo atto il Governo dichiara che considera una votazione parlamentare su un determinato argomento così rilevante che si dimetterà nel caso in cui il Parlamento si pronunci negativamente.

Questo è proprio quello che è successo la scorsa settimana: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a seguito delle dimissioni dei tre membri del Governo di Italia Viva, ha fatto le proprie comunicazioni al Parlamento, facendo il punto su quanto fatto e delineando il suo programma per portare l’attuale esecutivo alla fine della legislatura parlamentare. Conte ha poi concluso ponendo la questione di fiducia sulla mozione avente ad oggetto le sue comunicazioni.


Le mozioni sono state approvate da entrambe le Camere: alla Camera dei Deputati è stata raggiunta la maggioranza assoluta mentre al Senato solo quella relativa. Questo ha permesso al premier di proseguire la propria esperienza di governo ma potrebbe pregiudicare la stabilità dell’esecutivo.


Riuscirà il Governo guidato da Conte ad arrivare al termine della legislatura?

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